Ilva

«Nel dibattito sul futuro degli stabilimenti ex Ilva, a seguito dell’emanazione del decreto per la salvaguardia delle imprese strategiche per il Paese e dello stanziamento di 680 milioni di euro per ripianare i debiti verso i fornitori, la nostra posizione è molto chiara – afferma il Presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla – Se vogliamo garantire un futuro all’azienda occorrono investimenti immediati e adeguati».

È una presa di posizione vibrata e netta quella del sindacato dei dirigenti industriali: «Federmanager – prosegue Cuzzilla – negli anni ha già offerto alle istituzioni il proprio contributo in termini di proposte e di soluzioni tecniche per la competitività delle principali unità produttive dell’ex Ilva, con particolare attenzione allo stabilimento tarantino», ricorda ancora Cuzzilla sottolineando come «riprogettare l’area a caldo di un impianto a ciclo integrato, avendo come obiettivo una produzione di molto inferiore rispetto al suo target produttivo di circa 8 Mt/a di acciaio liquido, significa ottenere un’unità produttiva fortemente squilibrata, impossibilitata ad alimentare con volumi adeguati gli impianti e gli stabilimenti a valle. Con conseguenze inevitabili sui costi di produzione ed evidenti ostacoli alle economie di scala necessarie per autofinanziare la società».

«Negli anni non si è provveduto agli interventi strutturali e di manutenzione indispensabili per assicurare equilibrio della gestione. Oggi – sottolinea Cuzzilla – c’è il rischio concreto di compromettere ogni prospettiva di rilancio produttivo. Siamo pienamente soddisfatti delle misure introdotte dal recente decreto voluto dal Governo per agevolare lo sviluppo industriale dei siti di elevato interesse strategico, quale il centro siderurgico di Taranto, ma chiediamo una riflessione ulteriore. Se per accelerare l’avvio del nuovo piano industriale e lo sblocco degli stanziamenti per l’ex Ilva è necessario un riequilibrio nell’assetto societario tra la partecipazione dello Stato e di Arcelor Mittal, allora invitiamo il Governo ad assumere con determinazione il definitivo controllo di Acciaierie d’Italia, tramite Invitalia.»