Facebook, finalmente gli inserzionisti boicottano Big Brother

Facebook è stato condannato al risarcimento danni nei confronti di Snaitech per non avere tempestivamente cancellato una serie di contenuti diffamatori pubblicati nelle pagine «Truffa Snaitech» e «Snaitech Truffa». È la decisione del Tribunale di Milano, prima sezione civile, con sentenza depositata ieri. Una sentenza che può fare giurisprudenza: il Tribunale infatti stabilisce che Facebook deve rimuovere i post del cui contenuto diffamatorio è pienamente consapevole, e in caso contrario deve essere sanzionato. Il Tribunale evidenzia la natura omissiva del comportamento del provider quando trascura di rimuovere contenuti di cui conosce la manifesta illiceità: «All’hosting provider si rimprovera una condotta commissiva mediante omissione e, quindi, di aver concorso nel comportamento lesivo altrui a consumazione permanente» si legge nella sentenza così come riportato dal Sole 24 Ore

Facebook paga a Snaitech i danni di un post diffamatorio: no al diritto di critica basato su mere intime convinzioni

Nelle pagine «Truffa Snaitech» e «Snaitech Truffa» venivano attribuiti a Snaitech numerosi reati, dalla truffa alla minaccia, dalla corruzione all’induzione a violare la legge. Ma l’autore del contenuto pubblicato sulla piattaforma Facebook lo ha fatto sulla base di mere convinzioni personali: «infatti, dai documenti versati in atti emerge che le sentenze a cui l’autore dei contenuti ha fatto verosimilmente riferimento non hanno accertato la commissione di alcun delitto da parte degli attori». Il diritto di critica non è applicabile, altrimenti «si attribuirebbe a ciascuno il diritto di attribuire prima, e diffondere poi, anche tramite social network, notizie in merito alla perpetrazione di reati sulla base di mere intime convinzioni». Snaitech aveva, a due riprese, segnalato al social network i contenuti denigratori, chiedendone la rimozione: per questo anto il Tribunale afferma che Facebook fosse a conoscenza della diffusione sulla propria piattaforma di contenuti giudicati diffamatori.