«L’accordo tra Confindustria Cisambiente e il Ministero dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti testimonia in modo irrevocabile quale sia la considerazione che gli Emiratini, anche ai propri massimi vertici, abbiano nei confronti degli italiani, delle loro aziende e tecnologie». Giovanni Bozzetti, presidente di Efg Consulting, Presidente Area Sviluppo Estero/Normativa EU di Cisambiente, commenta la nuova fase delle relazioni tra Italia e mondo arabo. «Quello che giustamente pretendono e che agli MoU seguano fatti concreti e si mantengano gli impegni presi. Fatto che purtroppo in passato spesso non si è avverato e che noi stiamo attuando con grande senso di responsabilità e concretezza», dice.
Le attività a favore della sostenibilità ambientale sono business ma anche sfida culturale.
Bisogna diffondere una vera e propria cultura del rispetto dell’ambiente per garantire le future generazioni. La leadership degli Emirati l’ha capito molto bene e dopo un Expo in cui la sostenibilità era un tema centrale e trasversale, ecco che il 2023 è stato dichiarato l’anno della sostenibilità e a novembre ospiteranno Cop 28. La direzione è irreversibile e ci aspettiamo la promulgazione di norme sempre più stringenti in tema ambientale. Come Confindustria Cisambiente siamo a disposizione per supportare questo processo di policy making.
Quali realtà italiane le sembrano più vicine alla valorizzazione del rapporto?
Le aziende italiane che lavorano con successo negli Emirati sono ormai molteplici e riescono ad esportare non solo prodotti, macchinari e servizi, ma soprattutto esportano un pezzo di italianità, il Made in Italy, lo stile italiano. I settori principali spaziano dalla Moda, al Food, alla Sanità, all’Oil&Gas, alla meccanica, all’agri tech, all’automotive, all’arredo, al design e potrei continuare perché noto che si manifesta una propensione marginale alla spesa per un prodotto Made in Italy di almeno il 30% superiore a quello realizzato in altri Paesi. Negli ultimi tempi il Governo locale ha messo anche in atto una serie poderosa di incentivi per attrarre attività manifatturiere sfruttando anche i bassi costi del lavoro ed energetici, la felice posizione geografica che ne fa uno straordinario hub logistico al servizio anche dei mercati di Africa e Sud Est Asiatico, un efficiente sistema bancario e condizioni assolute di sicurezza. Oggi rappresenta l nuovo centro mondiale del business e le imprese italiane non possono mancare.
Come sta andando l’interscambio?
Sta superando ogni più rosea attesa. Il totale degli interscambi tra i due Paesi è pari a 5,8 miliardi di euro con un incremento del 15.7%. L’export italiano si attesta a 4,3 miliardi con un +27.5 % mentre quello degli Emirati a 1,6 miliardicon una contrazione del 7 %. L’avanzo nella bilancia commerciale per l’Italia è pari a 2,7 miliardi.
E il made in Italy?
Oggi non è più solo il lusso caratterizzato dalle 3 F (Fashion, Food , Furniture), ma anche dagli altri settori merceologici che vedono gli italiani eccellere per qualità, tecnologia, stile e funzionalità. In particolare le 1100 aziende di Confindustria Cisambiente rappresentano una nuova frontiera del Made in Italy: quello della tutela dell’ambiente e della sostenibilità.
Lei ha scoperto molti anni fa gli Emirati. Che evoluzione hanno vissuto?
La prima volta che mi sono recato negli Emirati è stato nel 2001 ed allora sia il Dubai Mall, che il Burj Khalifa che la Palma erano in costruzione e gli stranieri occidentali erano pochi. Nonostante questo già allora percepivo attorno a me una straordinaria energia vedendomi circondato ovunque da edifici e infrastrutture in costruzione e vedendo un popolo ambizioso con una leadership dotata di grande visione. Proprio questa loro capacità di immaginare e programmare il futuro accogliendo chiunque condividesse questo progetto di crescita in armonia e pace senza discriminazione di provenienza o religione, è stata una delle chiavi di volta! Oggi Dubai è la prima destinazione turistica al mondo e gli Emirati sono il nuovo centro del mondo. Difficile, una volta sbarcati in loco e aver avuto la possibilità di lavoro e conoscere anche la loro cultura senza confinarsi solo nei resort turistici, non subirne il fascino. Siamo due culture apparentemente lontane, ma in realtà molto vicine grazie ai due pilastri che ci governano. Quello della vita civile è per entrambi la famiglia e quello del business è per entrambi rappresentato dalla Pmi a conduzione famigliare. Imparare a conoscere l’altro, aver fiducia reciproca consente anche negli affari di allacciare rapporto duraturo di successo.