Il mese di marzo è stato favorevole alla Cina, con le esportazioni che hanno superato le aspettative degli economisti.
Nessuno nutriva molte speranze per le esportazioni cinesi questa volta. Avevano già perso il 6,8% a gennaio e febbraio, e con le esportazioni sudcoreane – di solito un indicatore del commercio globale – che sono crollate ulteriormente il mese scorso, un marzo debole sembrava scritto nelle stelle. In ogni caso, era scritto nelle previsioni, con gli economisti che scommettevano su un calo superiore al 7% che non si è mai materializzato.
Infatti, nonostante il mercato statunitense sia stato fiacco, la domanda è rimasta forte anche altrove – soprattutto nel Sud-Est asiatico – e non ha guastato il fatto che le fabbriche cinesi siano finalmente tornate a lavorare come al solito. Le automobili sono state le più performanti, con un aumento annuale delle esportazioni dell’82% in termini di dollari, seguite dai prodotti siderurgici e dall’abbigliamento. Alla fine, le esportazioni totali sono cresciute di un inaspettato 14,8% – la più grande divergenza dalle aspettative degli ultimi anni.
Le esportazioni fiorenti sono state una macchina di supporto vitale per l’economia cinese durante il blocco di Covid, e questa ripresa non farà altro che contribuire a spingere il Paese verso i suoi obiettivi di crescita. Tuttavia, l’Organizzazione Mondiale del Commercio prevede che quest’anno il commercio globale scenda al di sotto dei trend di crescita storici e la situazione potrebbe diventare particolarmente spinosa se gli Stati Uniti dovessero ristagnare nella seconda metà del 2023. Questo potrebbe colpire le esportazioni cinesi, ma se gli economisti hanno ragione nel ritenere che sia in cantiere un nuovo programma di stimolo incentrato sui consumi, c’è la speranza che l’economia interna possa colmare il divario.
Il più grande gruppo del lusso al mondo, LVMH, si sente ad esempio piuttosto ottimista sulle prospettive della Cina dopo gli ottimi risultati di questa settimana. Mentre le sue attività negli Stati Uniti sono state in difficoltà, le sue attività asiatiche, guidate dalla Cina, hanno recuperato il ritardo. Questa potrebbe essere una buona notizia anche per altre aziende europee del lusso, e forse è per questo che anche Richemont, Hermès e Moncler hanno visto i loro titoli salire.