Export, l’allarme dell’Istat: ad aprile 2023 segna una flessione su base annua dopo oltre due anni di crescita. L’export verso Regno Unito (-15,1%), paesi OPEC (-8,1%), paesi ASEAN (-6,3%) e Cina (-2,4%) è in diminuzione in termini tendenziali; aumentano, invece, le vendite verso Turchia (+8,5%), Giappone (+6,7%) e Stati Uniti (+6,6%).
Ad aprile si stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27, una diminuzione congiunturale per le esportazioni (-2,1%) e un marcato aumento per le importazioni (+13,9%). La diminuzione su base mensile dell’export è spiegata dalla riduzione delle vendite di beni di consumo durevoli (-7,8%) e non durevoli (-7,6%) e di beni intermedi (-7,2%); mentre aumentano le esportazioni di beni strumentali (+7,5%) ed energia (+4,7%). Dal lato dell’import, si rilevano aumenti congiunturali per tutti i raggruppamenti.
Export, l’allarme dell’Istat: flessione su base annua. Nel trimestre giù i beni intermedi
Nel trimestre febbraio-aprile 2023, rispetto al trimestre precedente, l’export diminuisce del 2,6%, per effetto in particolare delle minori vendite di beni intermedi (-6,2%) e beni strumentali (-3,8%). Nello stesso periodo, l’import segna una riduzione congiunturale (-13,4%), generalizzata e più marcata per energia (-25,6%).
Ad aprile 2023, l’export flette su base annua del 5,1% (da +6,8% di marzo). A esclusione dei beni strumentali (+10,7%), la riduzione riguarda tutti i raggruppamenti ed è più ampia per energia (-38,5%). L’import registra una flessione tendenziale del 19,5%, determinata dalla contrazione degli acquisti di energia (-37,3%), beni intermedi (-12,9%) e beni di consumo non durevoli (-8,9%).
Si salvano i beni strumentali
In sede di commento, Istat evidenzia che dopo oltre due anni di crescita, per la prima volta l’export segna una flessione su base annua, con cali diffusi a tutti i raggruppamenti, a esclusione di quello dei beni strumentali. L’export verso i paesi extra Ue27 segna ad aprile, per il secondo mese consecutivo, una diminuzione su base mensile cui contribuiscono principalmente le minori vendite di beni di consumo non durevoli e beni intermedi; mentre l’import, interrompendo la dinamica congiunturale negativa in atto da settembre scorso, registra un marcato incremento diffuso a tutti i raggruppamenti.