Brutte notizie per chi non paga le tasse dopo che il ministero dell’Economia e il Garante della privacy hanno dato il proprio via libera al nuovo algoritmo dell’Agenzia delle Entrate contro l’evasione fiscale. Si chiama VeRa, Verifica dei Rapporti Finanziari, e verrà impiegato per la ricerca delle anomalie tra redditi, conti correnti, movimenti e acquisti digitali. L’obiettivo dichiarato dell’algoritmo è quello di scovare i cosiddetti furbetti delle tasse e di riportare alle casse dello Stato circa 14,4 miliardi di euro, oltre che ridurre il tax gap (differenza tra imposte dovute e incassate), al 15,8% entro il 2024. Vediamo più nel dettaglio come funzionerà l’algoritmo contro l’evasione fiscale.
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L’algoritmo contro l’evasione fiscale
Stando a quanto riportato da La Repubblica, l’algoritmo contro l’evasione fiscale si baserà su un super calcolatore di Sogei che è in grado di elaborare milioni di dati in contemporanea. Verranno dunque incrociati dati dei conti correnti, immobiliari e finanziari, tenendo conto anche delle fatture elettroniche e dei pagamenti con carte di credito. In una fase iniziale di analisi, i dati saranno anonimi, mentre solo in una successiva fase verranno associati ai contribuenti.
È in questa fase che entreranno in gioco anche aspetti decisamente più umani, con il governo che spera che i cittadini stessi – ricevute le opportune comunicazioni – provvedano all’adempimento in maniera spontanea prima dell’avvio di un accertamento formale. Negli obiettivi programmatici della misura è previsto un aumento del 15% delle comunicazioni, con la previsione di 2,5 milioni di lettere.
“Si parte dai riscontri dell’anagrafe dei rapporti finanziari, ovvero di tutti i conti correnti – ha detto Alessandro Santoro, consigliere del ministero sull’evasione fiscale – Se l’algoritmo individua scostamenti rilevanti tra il saldo di inizio anno e quello di fine anno, non giustificati in apparenza da nulla – come per esempio eredità, donazioni, vendite di immobili, vincite -, allora l’amministrazione farà la prima mossa. Ovvero quella «”gentile” della compliance, della letterina, della spinta a spiegare l’anomalia o a mettersi in regola. Questa norma c’era da oltre due anni, rimasta inattuata. Ora grazie anche al Pnrr si parte davvero”.