Salvataggio Eurovita

Eurovita, salvataggio: ultime notizie, è saltata la riunione prevista al Mef perché non c’è ancora l’accordo tra banche e compagnie per il piano. Spunta l’ipotesi di un piano alternativo che non contempli l’intervento del sistema assicurativo. Come noto, Poste Italiane, Intesa Sanpaolo, Generali, Unipol e Allianz propongono di suddividere l’intero portafoglio di Eurovita, composto da 9 miliardi di euro gestioni separate e da 6 miliardi di unit linked, in cinque parti uguali.

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Mentre le banche, che hanno distribuito quelle polizze ai loro clienti, dovrebbero fare da garanti in caso di riscatti chiesti dai clienti quando a fine giugno scadrà il blocco sui prodotti. Ma ci sono due difficoltà di ordine tecnico: la divisione del portafoglio Eurovita in cinque parti uguali; e in particolare il trasferimento delle unit linked, che infatti, secondo un piano precedente, sarebbero dovute rimanere separate in una newco partecipata dalle compagnie.

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Eurovita, salvataggio: ultime notizie, spunta l’ipotesi di un piano senza le compagnie

Il vero punto chiave però sembra essere un altro: l’ammontare delle risorse da mettere sul piatto per far fronte alle eventuali, probabili richieste di riscatto. Le banche chiedono chiarezza sulle risorse da mettere a disposizione. Nei giorni scorsi, si era parlato prima di 2 miliardi, poi di 1,2. Secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza, starebbe avanzando l’ipotesi di lasciare alle assicurazioni una parte del rischio tramite una sorta di franchigia.

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Il Sole 24 Ore aggiunge che la spartizione in cinque del gruppo assicurativo in crisi è per i big l’unica strada industrialmente percorribile. Sarebbero dunque pronti a discutere delle tecnicalità dell’operazione, ma non a modificarne l’impianto. Proprio per questo si sarebbe deciso di far slittare di una decina di giorni il summit, per dar tempo agli istituti di credito di trovare il modo per gestire nei conti lo schema proposto dai big, oppure, sempre secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, per trovare un nuovo piano che non contempli però l’intervento del sistema assicurativo.