Eurovita, salvataggio lontano. Lo stallo sarebbe dovuto al mancato accordo tra banche piccole e grandi in merito alle condizioni del sostegno chiesto dalle prime sui finanziamenti che dovranno essere concessi per i rimborsi anticipati, che scatteranno una volta che l’Ivass avrà eliminato il blocco dei rimborsi anticipati, previsto fino a fine mese. Tra i piccoli istituti figurano Banca di Piacenza, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Mps e Credem; tra i grandi Fineco, Fideuram, Credem e Sparkasse.
Secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza, il pricing proposto dai grandi istituti non sarebbe stato considerato accettabile dalle piccole, né le autorità competenti sarebbero state in grado di fornire rassicurazioni in merito al metodo di contabilizzazione degli impatti economici connessi alla concessione delle linee di credito a condizioni non di mercato. I giorni passano e i 350mila clienti di Eurovita si sentono sempre meno tutelati e tranquilli.
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Eurovita, salvataggio lontano. L’ipotesi run-off per le gestioni separate
Manca ormai poco a fine giugno, e senza un accordo appare difficile che il blocco dei riscatti possa essere prorogato. La cifra complessiva da garantire è pari a circa 6 miliardi di euro di gestioni separate. Visto che le settimane passano e un accordo sembra ancora lontano, è circolata nei giorni scorsi una nuova e diversa ipotesi: le gestioni separate potrebbero essere portate fino a scadenza dall’attuale compagnia (in gergo tecnico, finire in run-off), senza salvataggio, ma in questo caso i risparmiatori in caso di riscatti anticipati incasserebbero le minusvalenze; mentre le unit linked sarebbero rilevate da Poste Vita.
Da segnalare che Generali, dopo una fase iniziale di incertezza, avrebbe assunto un ruolo primario per una soluzione di sistema che come noto vede partecipi anche Poste Vita, Intesa Vita, Unipol e Allianz. Nei giorni scorsi le banche, vista la rincorsa dei tassi d’interesse, avrebbero anche chiesto alle compagnie di avere un tasso del 2,5% sulla liquidità che dovranno fornire per i riscatti anticipati, partendo dal rendimento dei titoli sottostanti, ottenendone un netto rifiuto.