Eurovita

Eurovita, banche: manca l’accordo. Il nodo è quello del loro ruolo di garanti dei potenziali quanto probabili riscatti delle polizze che hanno collocato presso i propri clienti. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, che ieri dava l’accordo per quasi fatto con un eccesso di ottimismo, diversi istituti hanno dato la propria disponibilità a muoversi in sintonia con il settore assicurativo, ma allo stato attuale l’ammontare da garantire è stato coperto solo per una fetta prossima al 70%, contro il 100% chiesto invece dai big delle polizze Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz. Alcuni hanno dimensioni troppo ridotte per gestire in totale sicurezza la delicata operazione.

Le banche sarebbero in attesa anche di un segnale di Banca d’Italia su come gestire le perdite da contabilizzare sui finanziamenti che verranno concessi per garantire le polizze sotto riscatto. Perdite che in prospettiva verranno poi almeno in parte compensate dal rendimento del contratto assicurativo ma che nel breve generano un impatto negativo da “sterilizzare”. La richiesta ai principali gruppi bancari italiani di fare da garanti agli istituti più piccoli avrebbe ricevuto una risposta negativa.

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Eurovita, banche: manca l’accordo. Santoliquido: anche nell’ipotesi peggiore perdite contenute

Alessandro Santoliquido, l’amministratore straordinario di Eurovita, nel corso dell’incontro che si è tenuto con le associazioni dei consumatori non ha escluso l’ipotesi dell’amministrazione coatta. Ma ha aggiunto che in nessuna delle ipotesi di chiusura della vicenda, “anche la peggiore, è prevista una perdita significativa per i sottoscrittori delle polizze, avendo rilevato una buona qualità degli attivi, caratterizzati da investimenti in titoli di stato (italiani ed esteri) con alto rating in termini di merito creditizio”, così come riportato in una nota d Adiconusum. Entro la fine del mese di giugno, comunque, il Commissario straordinario chiederà all’Ivass la proroga di almeno un altro mese dell’attuale blocco dei riscatti per motivi “tecnici”, legati alla predisposizione delle procedure di ristoro. Ma serviranno poi altri due o tre mesi per darne concreta attuazione, arrivando di fatto a fine settembre.

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