Su una cosa gli italiani si trovano d’accordo: la legalità deve inserirsi in un più ampio processo di etica e responsabilità di impresa. In altre parole: la legalità deve lavorare nell’interesse non solo delle imprese, ma del bene comune. È quanto emerge dall’indagine esclusiva che Gpf Inspiring Research ha effettuato per Economy, indagando il tema della legalità e della certificazione della legalità e conducendo una ricerca con approccio quantitativo, su di un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne: 1.000 individui tra i 18 e i 65 anni, per quote di genere, fascia d’età e distribuzione geografica.
Il sondaggio evidenzia come, per gli italiani, la legalità debba essere ricondotta sempre a temi di sostenibilità (72,8% dei partecipanti), sviluppo (64,7%) ed etica (63,5%), mentre, paradossalmente solo il 10,5% dei partecipanti identifica la legalità con il rispetto delle regole.
Ancora più importante, secondo la ricerca, è la buona governance, identificata con l’equa retribuzione (52,1%), la sicurezza (50,2%) e l’offrire prodotti e servizi a norma (28,9%), mentre solo l’8,9% dei partecipanti collega la buona governance al ruolo del board e della dirigenza e appena il 15,6% ritiene importante trattare i partner commerciali in modo equo, mentre un interpellato su cinque (il 19,7%) considera prioritario contrastare le forme di corruzione e concussione.Nella percezione degli italiani, insomma, la legalità deve inserirsi in un più ampio processo di etica/responsabilità di impresa.