Equo compenso, c'è l'impegno del governo
Gaetano Stella con il vicepremier Luigi Di Maio

«Non è accettabile che lo Stato ignori diritti costituzionalmente garantiti, permettendo alla P.A. di richiedere prestazioni gratuite, o non adeguatamente retribuite, per lavori che comportano responsabilità, costi e oneri enormi. Il valore economico di una prestazione professionale è garanzia di qualità di un progetto, sia pubblico che privato, destinato ai cittadini. La logica dell’appalto in economia, del massimo ribasso, degli incarichi professionali a titolo gratuito non è soltanto un freno alla crescita economica, bensì la mancanza di rispetto del lavoro e della dignità del professionista». Sono le ore 12,00 di mercoledì 3 aprile quando il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, apre così la conferenza stampa per il lancio della campagna #iononlavorogratis e della petizione “Equo compenso subito: no al lavoro gratuito” sul sito Change.org promossa da Confprofessioni insieme ad altre sigle associative del lavoro autonomo e dei freelance. Obiettivo: chiedere al Governo e al Parlamento l’immediata attuazione della legge sull’equo compenso, varata un anno e mezzo fa con la legge di Bilancio 2018, ma sistematicamente disattesa dalla Pubblica Amministrazione. Non si tratta di una battaglia di retroguardia, spiegano i promotori dell’iniziativa, ma l’impegno di assicurare ai cittadini il diritto, la sicurezza e la qualità di una prestazione professionale. Che non può essere a costo zero o sottopagata. Poi è la cronaca di una giornata frenetica di contatti e di incontri con numerosi parlamentari e politici, a cominciare dal sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, che accende la speranza di inserire nel Def «una annotazione sull’equo compenso e una particolare attenzione nei confronti delle libere professioni»; dal sostegno convinto di Andrea Mandelli (Forza Italia) e Chiara Gribaudo (Pd), fino all’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Eleonora Mattia, che ha appena approvato la legge regionale sull’equo compenso. A stretto giro la campagna #iononlavorogratis approda a Palazzo Chigi, sulla scrivania del vicepremier Luigi Di Maio, che in un colloquio col presidente Stella assicura: «Esamineremo quanto prima la norma dell’equo compenso, partendo dall’aggiornamento dei parametri giudiziali fino a un compenso dignitoso per tutti i professionisti». Intorno al tavolo la sensazione che qualcosa si stia muovendo è palpabile. Sui social network spopola la battaglia di civiltà con migliaia di professionisti che rispondono convinti all’appello di Confprofessioni. E dopo aver incassato l’impegno del vicepremier Di Maio sulla questione dei bandi e degli incarichi professionali a titolo gratuito della P.A., si aprono altri dossier scottanti che preoccupano l’universo dei professionisti italiani e che raccolgono la massima attenzione del vicepremier: dalla flat tax che frena la crescita dimensionale degli studi professionali, agli incentivi del programma Industria 4.0 attualmente preclusi ai professionisti.

PROFESSIONISTI, CAMPIONE DI WELFARE

«Il welfare fa crescere l’impresa e fa bene al Paese». Non poteva essere più azzeccato il payoff che ha accompagnato la quarta edizione del Rapporto Welfare Index Pmi 2019, l’iniziativa promossa da Generali con la partecipazione di Confprofessioni, Confindustria, Confagricoltura e Confartigianato. Lo scorso 26 marzo sul palco del Salone delle Fontane a Roma hanno sfilato le esperienze di significative dei campioni del welfare aziendale che anno dopo anno sono riuscite a coniugare il benessere e la sicurezza sociale dei lavoratori e delle loro famiglie con la strategia e i risultati di business d’impresa. In questo panorama, il settore degli studi professionali è risultato particolarmente dinamico, anche grazie agli strumenti di welfare messi in campo dal Ccnl degli studi professionali. Se da un lato, infatti, cresce il numero degli studi professionali coinvolti nel Rapporto Welfare Index Pmi (658 su un totale di 4.561); dall’altro, il welfare targato Confprofessioni rappresenta una delle punte più innovative nell’ambito della contrattazione collettiva. Durante la cerimonia di premiazione degli studi più attivi nelle politiche di welfare (premiati lo studio Sila Tommaso di Brescia, Ferri Engineering di Campogalliano, la law firm Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partner, e lo studio Furfaro di Torino), il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha posto l’accento sul modello Confprofessioni che negli ultimi tre anni ha esteso le coperture di welfare ai titolari dello studio, raggiungendo oltre 90 mila professionisti. Parallelamente, ha ricordato Stella, sono aumentati gli interventi a favore della popolazione degli studi nell’ambito della salute e assistenza integrativa, della conciliazione vita e lavoro e dei giovani e della formazione.