Ci mancava solo il nuovo Barone di Munchausen, Elon Musk, l’imprenditore geniale e mattocchio che, dopo aver fatto soldi veri inventando Paypall e vendendola a peso d’oro, s’è inventato quel buco senza fondo che è stato finora la tesla, che però piace in tutto il mondo come status symbol, e poi Space X per mandare in orbita tutti. Ebbene la nuova passione di Musk è Twitter. O meglio: la moralizzazione di Twitter, che – secondo un sondaggio tra i suoi seguaci riguardo appunto a Twitter e al rispetto della libertà di parola da parte dell’azienda – sarebbe necessario: il 70% degli utenti seguaci di Musk che ha votato su Twitter ritiene che il social non aderisca ai principi di libertà di parola.
Musk ha quindi comprato il 9,2% della società. E questo gli dà a Musk un notevole potere di voto. Secondo molti osservatori, la mossa sarebbe …piuttosto geniale. Twitter non ha infatti le protezioni comuni contro il cambiamento di controllo che altre aziende tecnologiche hanno, insomma può essere scalata in Borsa. E’ al centro di molte controversie politiche, vale relativamente poco in Borsa e con un turnaround gestionale secondo molti analisti potrebbe valere di più… Come sempre Musk ha pasticciato con le regole di Borsa e pare aver sbagliato a comunicare i suoi movimenti, ma ha soldi abbastanza per comprarsi tutto, se vorrà. A differenza di aziende come Google e Facebook che hanno azioni a doppia classe che rendono estremamente difficile strappare il controllo della società dai fondatori, Twitter ha una struttura azionaria più tradizionale. A prima vista, la gestione di Twitter appare gravemente sbilanciata se Elon Musk e i suoi seguaci dovessero lanciare una campagna attivista. Donald Trump potrebbe non avere abbastanza soldi per comprarsela lui, ma Musk potrebbe personalmente comprare Twitter quasi 7 volte al prezzo di chiusura di ieri. Musk è noto per la sua politica libertaria e il suo disprezzo per l’eccessiva regolamentazione del governo. Questi potrebbero influenzare il suo modo di gestire Twitter, ma non è l’unico miliardario al mondo. Immaginate se miliardari di sinistra come George Soros o Michael Bloomberg cominciassero a comprare azioni di Twitter per contestare il controllo della società. Una battaglia ideologica sulla libertà di parola tra miliardari o anche altri offerenti aziendali potrebbe fare un sacco di soldi per i comuni azionisti di Twitter.
Musk ha precedentemente spinto affinché l’algoritmo di Twitter diventi open-source piuttosto che segreto, e c’è da chiedersi se l’attuale algoritmo di Twitter sia usato per manipolare l’opinione pubblica. La censura tramite algoritmo è stata usata per sedare il dissenso contro politiche come il blocco delle pandemie in vari paesi. E i whistleblower tecnologici hanno sempre più mostrato come gli algoritmi sono manipolati per servire gli interessi dei loro creatori. Alcune di queste cose sembrano essere illegali, ma come aziende private, Big Tech fa quello che vuole. Che Musk voglia cambiare le regole del gioco?