La scure degli aumenti dei costi dell’energia elettrica (+ 127%) e del gas (+ 141%) si abbatte sulla sanità in Emilia Romagna, che è tra i più in difficoltà anche perché impossibilitato a risparmiare spegnendo i macchinari o ad abbassare le temperature. Sono due comportamenti che creerebbero problemi di salute all’utenza stessa.
La denuncia arriva dall’Associazione dell’Ospedalità Privata dell’Emilia-Romagna, i cui iscritti in questi ultimi mesi si sono trovati davanti ai conti salati che il primo semestre del 2022, dovuti anche alla guerra in Ucraina. A livello regionale 45 ospedali, equivalenti al 20% di quanto erogato dal sistema della sanità in Emilia Romagna devono fare i conti con queste difficoltà.
“La situazione è gravissima – scrive il presidente AIOP ER Luciano Natali in una lettera indirizzata al presidente della Regione Stefano Bonaccini – al governatore dell’Emilia-Romagna chiediamo di prendere atto di un vero e proprio stato di crisi del nostro settore che, se non affrontato con tempestività, potrà portare alla drammatica sospensione dell’attività e, forse, alla chiusura di molte nostre aziende. I bilanci del 2022 – conclude Natali – sono compromessi al punto da intaccare le riserve delle singole società e richiedere un intervento dei soci”.
Quanto costa scaldare un ospedale
Il comparto ospedaliero è uno di quelli che ha visto crescere in modo più massiccio il costo del gas rispetto al 2020. Si stima sia infatti aumentato di 5,5 volte, trascinando il costo di tutti gli altri fattori, a partire dall’energia, con punte di 2-3 volte il 2020. La situazione si riflette su tutta la catena delle forniture: medicinali, dispositivi, vitto, lavanderie, oltre ai rifiuti e a cascata, con aumenti che non sono più sostenibili per le aziende. “Credo che tutti gli sforzi che abbiamo messo in campo –scrive sempre il Presidente AIOP – con l’ultimo Accordo Regionale per il contrasto alle liste di attesa rischino fortemente di essere vanificati”. Problemi simili si riflettono anche sul settore delle case di riposo e delle residenze per anziani.
Ad aggravare la situazione, tra le conseguenze post Covid, è poi il mancato rimborso dei DPI (dispositivi di protezione individuali), dei tamponi e degli esami diagnostici anti – covid.
“Ciò aggrava ancora di più il quadro generale e pertanto – spiega il numero uno di AIOP Emilia-Romagna Natali – chiediamo alla Regione di ripristinare tali rimborsi, che restano ancora cospicui, almeno fino al permanere dell’epidemia che non risulta purtroppo terminata”.
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La stima dell’aggravio dei costi è, nel totale, con punte diverse al suo interno, ancorata a una media del 10%, per un settore che fattura al SSN circa 596 milioni. Per questo AIOP ha richiesto un incontro al presidente della Regione, all’assessore regionale alla salute Raffaele Donini e al direttore generale Luca Baldino per evitare il tracollo del settore Sanitario, in una terra dove l’integrazione Pubblico-Privato è un modello già sperimentato e consolidato nella Pandemia da Covid-19, da esportare – per i benefici dati ai cittadini e alla sanità – in molte altre regioni di Italia.