coronavirus
Per prevenire che il coronavirus causi un disastro economico senza precedenti al nostro Paese - con un rischio di fallimento per il 10% delle imprese italiane, già stimato dalla Cerved - occorrono misure di aiuto concrete e immediate, che riducano subito i costi per le aziende in difficoltà, ma proprio sin da domani.
E’ impensabile per qualsiasi governo pensi di fronteggiare una simile crisi promettendo lo sblocco di investimenti che farebbero sentire i loro effetti tra sei o dodici mesi.
Ed è auspicabile che di cose concrete e non di progetti remoti si discuta oggi a Palazzo Chigi tra il governo e le parti sociali. Non solo di misure a effetto magari incisivo ma ritardato. Ma di aiuti operativi da oggi.
Secondo noi di Economy Group ci sono almeno tre disposizioni che potrebbero essere varate immediatamente e che quindi darebbero immediato sollievo effettivo alle imprese, soprattutto medie e piccole, proprio in termini di risparmio di cassa e di miglioramento dei conti 2020:
- SUBITO l’Iva per cassa: significa alleviare i costi fissi delle imprese di un 22% sul fatturato che verrà pagato dai clienti con gli inevitabili ritardi da crisi;
- SUBITO il congelamento del cuneo fiscale, tutto, sul lavoro dipendente: i pagamenti a carico delle imprese di tutta la parte immersa della retribuzione (versamenti previdenziali, assistenziali e fiscali) vengono sospesi fino alla fine dell’emergenza epidemica e poi pagati a rate nei successi due anni;
- SUBITO il conteggio di un credito d’imposta del 20%, a vantaggio di tutte le imprese, su tutti i costi per acquisto di servizi in concessione (energia, trasporti, autostrade etc).
Chiaramente sono misure che inciderebbero direttamente e immediatamente sul gettito fiscale e previdenziale del bilancio dello Stato 2020, riducendolo. E determinerebbero un incremento del deficit, verosimilmente maggiore di quello ad oggi preventivato. Ma anche il default del 10% delle imprese italiane sarebbe una sciagura, anzi ben peggiore, per il lavoro e per i saldi di bilancio, dello Stato e dei privati. Impensabile.
E in questo frangente, cioè in una calamità naturale sistemica e continentale senza precedenti, sarebbe una vergogna senza fine se l’Unione europea non reagisse con compattezza e determinazione.
Oggi la Federal Reserve ha tagliato di mezzo punto i tassi d’interesse, anticipando le previsioni più ottimistiche. La Bce per ora si è limitata ad un preannuncio d’apertura verso misure “adeguate e mirate”.
Occorre che anche sul fronte della politica fiscale e finanziaria il Consiglio e la Commissione agiscano. Subito deroghe ai parametri di Maastricht, subito una prima emissione di eurobond. Con o senza il permesso della Germania, peraltro esposta quanto e più di tutti gli altri Stati membri al flagello del coronavirus, data l’estrema esposizione che quella nazione ha da tempo ai rapporti personali e commerciali con la Cina.
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