
Il sindacato dei gestori dei distributori di benzina scrive al ministero e lo fa per chiedere maggiori controlli. Proprio così la Fegica, con una nota del proprio presidente Roberto Di Vincenzo, ha deciso di sollecitare Mr Prezzi a individuare i 4mila impianti che non sono stati ancora censiti dall’Osservatorio del prezzi del Ministero delle Imprese e del Mady in Italy. Il mese scorso i gestori delle pompe di carburante erano scesi in sciopero in seguito al mancato rinnovo del taglio delle accise voluto dal governo, contestuale alla imposizione dell’obbligo di esporre il prezzo medio vicino a quello applicato. Nel pacchetto di risoluzioni volute dal governo c’era anche una stretta sui controlli, che aveva scatenato un dibattito sui cosiddetti furbetti della pompa
“In Italia – dice Roberto Di Vincenzo – continuano ad esserci da molti anni almeno 4.000 impianti che non sono neanche censiti dall’Osservatorio dei prezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy: cosa fa il Mimit per rintracciare e sanzionare tali impianti? E’ ormai significativo il numero di colonnine installate per la ricarica elettrica degli autoveicoli: cosa fa l’Osservatorio per mettere a disposizione degli automobilisti/consumatori anche i prezzi praticati per l’acquisto di elettricità destinata all’autotrazione?”
Non si possono colpire sempre i soliti
La richiesta inoltrata da parte del sindacato dei gestori dei distributori di benzina è quella di avere una maggiore equità nei controlli. “Continuare a imporre adempimenti solo ad una parte della filiera con un ormai più che evidente intento strumentale e persecutorio – dice Di Vincenzo – non solo consente ad un numero imprecisato ma rilevante (almeno il 20% della rete) di soggetti di continuare ad agire indisturbati in violazione delle Leggi dello Stato, ma in definitiva offre una ulteriore dimostrazione -ove ce ne fosse bisogno- della sostanziale noncuranza degli obiettivi di trasparenza e tutela dei consumatori. Il problema riveste una significativa rilevanza tanto da far valutare alla scrivente anche l’attivazione di ogni altra azione tesa a ripristinare la certezza di un diritto che, in quanto tale, non può generare condizioni di ingiustificato vantaggio -perché acquisito in violazione della Legge- all’interno di una stessa filiera distributiva o disparità di trattamento, obblighi e adempimenti posti in capo a distributori di prodotti differenti, ma comunque destinati allo stesso mercato dell’autotrazione dei veicoli.”