costo del lavoro

La crescita del prezzo delle materie prime fa aumentare le ore di cassa integrazione. Il dato emerge dall’aggiornamento mensile del rapporto a cura dello Studio Labores di Cesare Damiano. “Il tessuto produttivo del Paese – scrive il rapporto – è investito con chiarezza dalle conseguenze della penuria e del costo delle materie prime e dalla crescita vertiginosa del costo dell’energia”. Tradotto in dati significa che questo mese la crescita delle ore di cassa integrazione ha sfiorato il 9% di incremento. Le ore di Cig autorizzate a settembre 2022 fanno registrare un aumento, interrompendo la riduzione dei mesi precedenti. Solo sul lungo periodo si è consolidata la tendenza alla riduzione, rispetto,
soprattutto, ai periodi di massima espansione del contagio Covid-19. L’ultimo forte aumento che si era registrato era del mese di giugno 2021.

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Ma non è soltanto una questione matematica, dal momento che nel mese di settembre si è registrato un incremento della Cassa Integrazione Straordinaria, quella che in molti casi è l’anticamera della chiusura, del 65% rispetto ad agosto.

Il settore meccanico è quello più penalizzato 

In totale risultano essere 15 i settori produttivi nei quali cresce la cassa integrazione e tra questi spesso ci sono le colonne di quello che è noto come il Made in Italy. Si tratta di: Tessile, Trasformazioni minerali, Pelli e Cuoio, Metallurgia, Commercio, Vestiario e Abbigliamento e Arredamento. E, per dimensioni e peso sul sistema produttivo
italiano, il settore Meccanico. Le Regioni dove si concentra la richiesta maggiore sono quelle del Nord, dove peraltro si genera la maggior parte del Pil.  “La crisi, – dice il report-  dunque, sembra cominciare a mordere seriamente il nostro tessuto produttivo. Intanto, in una situazione che si fa dura per le famiglie – oltreché per le imprese – per i lavoratori sostenuti dalla Cig, il monte salari complessivo si è contratto, da inizio anno, di oltre un miliardo di euro”.

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