La visita medica. Le medicine. Gli ausili. L’assistenza domiciliare. L’agevolazione Iva. Gli scontrini e le fatture. I congedi. L’igiene. I pasti. Le scartoffie. La psiche. Lo zapping del caregiver è sfiancante. E c’è pure il lavoro… per fortuna. Specie se si lavora in un’azienda che applica il proprio modello di business anche al proprio modello di welfare. È il caso – a proposito di zapping – di Sky Italia, che ha adottato il modello della piattaforma non solo per offrire al mercato una moltitudine di contenuti, ma anche per fornire alle proprie persone una moltitudine di servizi di welfare. «Il portale Well4You, è nato all’inizio del 2020», conferma a Economy Alberto Plantamura, Welfare & Benefit Manager di Sky Italia. «Poi è arrivata la pandemia». Appena in tempo.
«Quando tutto è diventato smart a tappe forzate, noi lo eravamo già. Immagini di essere un utente Sky: ecco è la stessa cosa. Solo che anziché canali e applicazioni, attraverso la nostra piattaforma di wellbeing si sceglie tra programmi di supporto, benefit, convenzioni, servizi dedicati alle nostre persone: impiegati, dirigenti, persino lavoratori somministrati e stagisti – ebbene sì, anche loro accedono all’offerta welfare dell’azienda, caso forse più unico che raro in Italia – ma anche i loro familiari, distribuiti tra le nostre tre sedi italiane di Milano, Roma e Cagliari».
Primi in Italia
Tutto iniziò nel 2019, con il bando #Conciliamo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che stanziava 74 milioni di euro per progetti, appunto, di conciliazione famiglia-lavoro destinati a interventi che promuovessero un welfare su misura per le famiglie. «Il nostro progetto venne giudicato il migliore tra quelli presentati da 850 aziende», ricorda Plantamura. «Arrivammo primi perché di fatto avviammo non uno, ma addirittura quattro nuovi progetti, cominciando con l’aiuto alla natalità: 1.500 euro in flexible benefit. Da quando l’abbiamo lanciato, stanno nascendo più bambini: la natalità in azienda è aumentata del 40% circa. Non è poco».
Poi ci sono i servizi in loco time saving: «Offriamo un concierge in azienda più volte la settimana, per il disbrigo di piccole commissioni come lavanderia, calzoleria, pagamento delle bollette o delle multe… insommma tutto quello che si può fare on demand». Il terzo pilastro che regge il welfare made in Sky è il punto medico: «Abbiamo la presenza del personale sanitario negli uffici, certo, e addiriddura la possibilità di effettuare i prelievi del sangue sul posto di lavoro, senza dover chiedere permessi per recarsi in un poliambulatorio. Ma la nostra piattaforma offre anche il servizio di telemedicina: il medico in ufficio è anche in forma digitale. E permette di prenotare e pagare direttamente la prestazione sanitaria».
Ma il punto di forza di Well4You è indubbiamente il caregiving. «È il servizio che io ritengo quasi il più importante. Tutti noi, di fatto, ci prendiamo cura di altre persone all’interno delle nostre famiglie, che sia un anziano, un bambino con difficoltà nell’apprendimento, un coniuge con una disabilità, magari temporanea, in seguito a un incidente o a una malattia». Sky ha quindi sviluppato, attraverso l’app Euty di Eudaimon, un servizio di supporto che aiuta le famiglie ad affrontare tutte le problematiche che riguardano il caregiving, da quelle pratiche come l’assistenza o la fornitura di prestazioni sanitarie, al disbrigo delle pratiche burocratiche. Supporto e affiancamento viaggiano su un doppio binario, ma ancora c’è un certo pudore nel richiedere supporto: «Al momento al servizio viene utilizzato da poche centinaia di persone, ma noi ci auguriamo che questa popolazione aumenti: spesso non ci si riconosce come caregiver, oppure ci si vergogna di ammettere di avere una situazione complessa. Questa riservatezza poi si traduce in una maggiore difficoltà a ottenere informazioni utili a supportare e aiutare al meglio il caregiver e la persona in difficoltà. Per questo, con webinar mensili e consulenza specifica grazie alla figura del welfare coach messa a disposizione da Eudaimon, attraverso la nostra piattaforma cerchiamo anche di fare cultura del welfare e del benessere psicoemotivo».