L’espressione “transizione ecologica” spiega, con efficacia, il tempo del cambiamento in economia che stiamo vivendo. Ecologia ed Economia hanno il prefisso greco eco, casa. Dobbiamo ricostruire la casa. La casa comune.
L’ambiente rivendica una nuova armonia con il sistema economico. La chiamiamo sostenibilità. Ma non basta quella ambientale. Occorre essere sostenibili anche in termini economici e sociali.
Come si fa? Di certo superando luoghi comuni e slogan. Verificando soluzioni dal basso facendo analisi puntuali per settori diversi che richiedono una visione globale certo, ma pure un approccio basico, specifico e concreto.
Mi colpisce molto il caso dell’industria logistica. Attualissimo, anche tragicamente. Industria, per la complessità che affronta con professionalità e competenze diverse e variegate; per la quantità e la qualità delle imprese coinvolte; per il valore aggiunto generato. Eppure per tanto tempo, per troppo tempo si è parlato di servizi logistici.
Non è una questione barocca, accademica, di quelle in cui ci piace dibattere sulle parole. Ma è una questione di partecipazione dell’opinione pubblica ai temi forti che sono in questo momento della nostra storia temi economici.
Chi produce ricchezza nel nostro Paese? La logistica tantissimo. Non si può relegare a servizi di persone come nell’immaginario comune. Certo chi non ha mai visitato una piattaforma logistica moderna fa fatica a immaginare una realtà fatta di tante intelligenze artificiali, percorsi obbligati e sicuri, robot, personale qualificato e tantissimi studi di progettazione avanzati preliminari alla realizzazione dell’intera struttura.
E invece la mente corre ai lavoratori precari e sottopagati, a luoghi insicuri se non pericolosi a dubbie relazioni sindacali se non violenze e prevaricazioni che domina la narrazione nella stampa. Che per carità pure esiste e fa bene Draghi a verificare personalmente anche il contesto dell’aggressione mortale ieri al sindacalista Adil… ma il racconto tutto ombre e luci scure non rende giustizia a un settore centrale in un’economia globale digitale e sempre più interdipendente.
Il valore della logistica sarà sempre più centrale nella società che stiamo costruendo ma occorrono decisioni pubbliche improrogabili e partecipazione sociale perché l’impresa logistica serve al benessere collettivo e al reddito nazionale. Servono infrastrutture fisiche e digitali e investimenti strutturali ma soprattutto rispetto e dignità per le imprese e i lavoratori che vi operano. Producono ricchezza per tutti.