Commercialisti, è la vostra ora. Ma dovete imparare cose nuove. Con questo messaggio, lo scorso 25 maggio a Roma ha fatto il suo debutto Afim, l’Associazione per i Finanziamenti d’Impresa, che raggruppa a oggi oltre 100 imprenditori e professionisti della consulenza fiscale e finanziaria. Nata da un’intuizione di Massimo Bolla, presidente dell’Associazione, sviluppata grazie al contributo del professor Valerio Malvezzi (nella foto), entrambi esperti di finanza, marketing e organizzazione d’impresa, Afim ha l’obiettivo di favorire la diffusione di una cultura d’impresa, di piccola impresa, in ambito finanziario attraverso percorsi formativi ad hoc rivolti a coloro che più da vicino seguono le dinamiche di sviluppo e sostenibilità economica delle micro e piccole imprese italiane, i commercialisti.
La visione del commercialista come di un soggetto da coinvolgere solo nella fase finale di redazione del bilancio va stretta alle moderne esigenze delle aziende, che richiedono un orizzonte di assistenza più ampio e strutturato, qualcuno che possa seguirle in tutto il percorso di business, dall’elaborazione delle strategie più in linea con il proprio profilo finanziario e produttivo, all’accesso al credito e in generale alle fonti di capitale, sia di debito che di rischio, fino all’attuazione di una gestione aziendale funzionale ed efficace alla crescita dell’azienda.
Afim è nata da un’intuizione di Massimo Bolla, oggi presidente dell’associazione, e di Valerio Malvezzi, docente universitario
Le masterclass si rivolgono ai commercialisti 4.0, i cosiddetti “finanzialisti”, specialisti in finanziamenti d’impresa che – grazie ad un’attività formativa fortemente mirata e qualificata – forniscono assistenza alle aziende non soltanto su questioni di tipo strettamente fiscale, ma soprattutto di pianificazione strategica e controllo finanziario.
Il mercato bancario negli ultimi anni si è profondamente modificato, per questo è necessario dotare le Pmi di strumenti pratici che consentano loro di conoscere le dinamiche del mondo della finanza, controllare e migliorare le performance finanziarie e sviluppare in poco tempo l’esperienza essenziale per il raggiungimento degli obiettivi d’impresa.
L’idea – come sottolineato dal prof. Malvezzi (nella foto) – è quella di lavorare su competenze molto evolute in materia di finanziamenti di aziende, agendo su due livelli: uno di tipo più operativo, ovvero fare educazione finanziaria con un linguaggio comprensibile su temi generali, come le regole di Basilea e altre normative, che non sono spiegati al piccolo imprenditore; uno per così dire più utopico, per diffondere i principi dell’economia umanistica e del lavoro.
Essere competitivi in un contesto in continua evoluzione significa infatti per le aziende poter contare su figure professionali che consentano loro di massimizzare i profitti, ma di farlo nel rispetto di valori quali l’inclusione, la sostenibilità sociale e ambientale, attivando sui territori collaborazioni virtuose tra sistema bancario e imprenditoriale, con ampie ricadute positive sull’intero tessuto sociale e non solo sul business dell’impresa. Business che deve tener conto dell’impatto sul contesto produttivo e sociale in cui le aziende operano.
L’azione di Afim tende ad un modello diverso di libero professionista, che coniuga tecnicalità e doti umane, e richiama, già nelle parole del presidente Bolla, i principi ispiratori di quella imprenditoria civile attenta al valore generato per il territorio in cui l’impresa è radicata.
Afim è il luogo di crescita professionale e personale e di confronto tra educazione finanziaria ed economia umanistica
La rete di professionisti che anima l’Associazione lavora per affermare e promuovere una forma di “capitalismo dal volto umano”, una cultura aziendale che non guardi al profitto come suo unico obiettivo, ma che ponga alla base delle scelte aziendali i valori della persona, tematiche di ordine sociale e ambientale, responsabilità nei confronti del consumatore e condivisione.
Mai come adesso, il dibattito sul tema della sostenibilità sta ampliando il concetto stesso di pratiche aziendali innovative: l’adozione e la diffusione di un sistema di valori che pone al centro le persone incrementa infatti la produttività e, di conseguenza, la capacità innovativa dell’azienda, in un circolo virtuoso di cui a beneficiare sono tutti gli stakeholders coinvolti, imprese, consumatori e territori.
Nella visione dei fondatori, Afim è il luogo di crescita – professionale e personale (due facce della stessa medaglia) – e di confronto su due temi fondamentali, l’educazione finanziaria e l’economia umanistica, tra attori che collaborano e condividono le loro esperienze e competenze per contribuire al bene comune. Un’organizzazione orientata al benessere delle persone, che incentivi un modello di economia in cui è l’uomo e non il mercato al centro dell’agire economico. È il “consulente umanistico” che, grazie al suo contributo, affianca e assiste con rigore metodologico e competenza la persona-cliente, aiutandola ad instaurare e rafforzare i suoi rapporti con il sistema bancario.
È il volto di un management, quello che Afim associa e vuole coinvolgere nelle sue attività formative, che rappresenta la vera forza promotrice del cambiamento, del passaggio da un’impresa orientata meramente al profitto ad un’impresa che produce beni e servizi che contribuiscono alla crescita e al benessere generale. Un’azienda che non utilizza a proprio esclusivo vantaggio i soggetti coinvolti – lavoratori, imprenditori, fornitori, istituzioni, comunità – ma li vede come nodi di una rete fiduciaria, che collaborano per l’attuazione di valori condivisi e sostenibili. Un’impresa inclusiva, collaborativa, che parte dai network locali, non dalle grandi reti globali; che lavora sui territori per attivare meccanismi virtuosi di collaborazione tra imprenditoria, attori pubblici, banche e società civile.
È solo partendo da questi presupposti, infatti, che si può intraprendere il cammino dello sviluppo ed essere competitivi, nel significato originario del termine di cum petere, ovvero di cercare insieme attraverso il confronto tra soggetti diversi, portatori ognuno di istanze specifiche, la chiave per fare di ciascuna di esse un valore aggiunto nella costruzione di una società più equa e nel perseguimento del bene comune.