E dopo il Covid-19, largo alla Telemedicina

La pandemia da Coronavirus ha messo in luce la grande importanza della telemedicina che rappresenta a tutti gli effetti il fulcro della medicina moderna e sostenibile. Grazie a nuovi processi organizzativi e tecnologici permette infatti, da una parte di eliminare le barriere di distanza, di tempo e di costi per l’accesso alle cure, dall’altra di non esporre, in situazioni di emergenza come quella causata dal Covid19, il personale sanitario e i pazienti stessi al rischio di infezioni.

È questo ciò che è emerso dall’evento promosso da ab medica, azienda leader nella produzione e nella distribuzione di tecnologie medicali, che è stata una delle prime realtà italiane a capire in anticipo, oltre un decennio fa, l’importanza della telemedicina. Da tempo infatti, sostiene lo sviluppo di questa di questo modello di cura, distribuendo tecnologie di altissimo livello, come il dispositivo WinMedical, le soluzioni di InTouch o la piattaforma per il telemonitoraggio domiciliare TelbiosConnect. Non solo, ab medica e le aziende del Gruppo, supportano e formano le aziende ospedaliere sia pubbliche che private a 360°. Al di là dell’emergenza Coronavirus che ha sconvolto il mondo intero la telemedicina rappresenta infatti una soluzione sostenibile per il Sistema Sanitario Nazionale che è da anni messo sotto pressione dal progressivo invecchiamento della popolazione e dall’aumento dei tassi di cronicità delle malattie che questo fenomeno comporta.

“L’emergenza COVID-19 ha indubbiamente mutato non solo la domanda di cure, ma proprio la concezione di sanità. Basti pensare a come, una parola quale ‘telemedicina’ (fino a pochi mesi fa velata di un certo mistero), oggi detti l’agenda dell’informazione. I cittadini richiedono televisite, teleconsulti, telemonitoraggio e, come avviene quando nasce una domanda, in breve tempo è venuta a delinearsi un’offerta – commenta Francesca Cerruti, direttore generale di ab medica -. Sono comparsi sulla scena innumerevoli attori, con più o meno esperienza. In questo frangente ab medica può dire di essere un player competente che ha maturato la propria esperienza in oltre un decennio. C’eravamo prima della pandemia, a fianco di pazienti cronici e soggetti fragili per offrire soluzioni di telemonitoraggio domiciliare che garantissero una continuità assistenziale, prevenendo l’acuzie ed evitando il ricovero in ospedale.  Ci siamo stati durante la fase più critica della pandemia, supportando gli ospedali con device per il telemonitoraggio ed il teleconsulto ospedaliero al fine di contenere il contagio senza mai interrompere l’erogazione delle cure. Vogliamo esserci domani e metterci a disposizione del sistema sanitario per ripensare insieme un sistema di cure a distanza, più capillare e interconnesso, in grado di garantire una reale presa in carico dei pazienti”.

“Il Coronavirus e l’emergenza sanitaria che con essa si è verificata non hanno portato alla nascita della Telemedicina, bensì hanno confermato, ancora una volta, la fondamentale importanza che questa gioca nel ridisegnare il sistema sanitario attraverso la salute e le cure digitali. Quanto accaduto negli ultimi mesi, ma ancor di più quello che si prospetta per la fase post-COVID, è l’obbligo per i politici, i medici ed i pazienti di riconoscere il momento per concretizzare una sanità a distanza che sappia raggiungere i pazienti, in particolare i profili fragili e cronici. Perché ciò avvenga appare indispensabile implementare un sistema articolato di salute e cure digitali (la cosiddetta sanità digitale) che comprenda in sé i momenti della televisita, del teleconsulto e del telemonitoraggio: solo garantendo tutti questi aspetti, assicurandone una loro sinergica integrazione, sarà possibile pensare di inaugurare una medicina davvero moderna che garantisca l’accesso al servizio e al contempo soddisfi le garanzie tecnologiche, professionali, organizzative e cliniche ritenute standard imprescindibili di servizio come recitano le  Linee Guida del Ministero della Salute – commenta il Dott. Sergio Pillon, componente del gruppo di lavoro ISS Tecnologie sanitarie per il contrasto Covid-19, membro nell’Osservatorio SaMD, Membro del Digital Health Working Group dell’EPHA -. Il futuro ci chiede di perseguire un modello di cure che, nel segno della digitalizzazione del sistema possa essere preventivo, proattivo, predittivo, e partecipativo, e adattato ad ognuno, in sintesi personalizzato; in questo nuovo scenario medico e paziente saranno entrambi direttamente coinvolti e stringeranno un patto di collaborazione davvero efficace e realmente inclusivo”.

Oltre a Francesca Cerruti, Sergio Pillon e Filippo Pacinotti, business director di ab medica, durante l’evento sono intervenute diverse personalità che hanno portato testimonianze ed esperienze da tutto il territorio nazionale: l’ing Giovanni Poggialini, Ingegnere Biomedico – Operations Manager e Responsabile Ufficio tecnico Asst dei Sette Laghi, il prof Francesco Dentali, Direttore della Medicina Generale e Cure Subacute Asst dei Sette Laghi, Responsabile della Medicina Interna dell’Ospedale Galmarini di Tradate e Presidente della Società Scientifica FADOI, l’ing. Mauro Caliani, Dirigente Analista con incarico di direzione di struttura complessa “U.O.C. Pianificazione innovazione tecnologica e sviluppo reti abilitanti” Azienda Usl Toscana Sud Est, il dott. Gianni Donigaglia, Presidente ANSPI, Associazione Nazionale Sanitaria delle Piccole Isole, l’ing. Claudia Valentini, Ingegneria Clinica U.O. Innovazione e Valutazione delle Tecnologie Ospedale Infermi di Rimini, la dott.ssa Raffaella De Giovanni, Direttore U.O. di Medicina Interna dell’Ospedale “Cervesi” di Cattolica e il dott. Ottavio Di Cillo Direttore dell’Area E-Health dell’Aress Regione Puglia e Professore di Organizzazione Digitale della Sanità, Facoltà di Economia Università Lum Jean Monnet. In ultimo sono state approfondite anche le tematiche critiche connesse allo sviluppo della telemedicina come quella riferita alla privacy descritta dall’avv. Luca Masotti, partner dello studio legale Masotti Cassella.