Alibaba

Nel 2020, nell’anno in cui la pandemia da Covid-19 ha costretto gli italiani in casa per molti mesi, il commercio online ha avuto (come prevedibile) una grande crescita. Anzi, per la precisione nel settore degli acquisti online di prodotto ha visto la crescita più rilevante di sempre, con un +5,5 miliardi di euro in 12 mesi, che ha fatto raggiungere al comparto la cifra di 23,4 miliardi di euro di valore.

I numeri provengono dall’Osservatorio e-commerce B2C del Politecnico di Milano, che ha analizzato tutti i trend degli acquisti online del 2020, osservando come a fronte dell’exploit dell’acquisto di prodotti, si sia verificata anche una forte decrescita dell’acquisto dei servizi, con una diminuzione del 47% del proprio valore, scendendo a 7,2 miliardi di euro. Il solo settore del Turismo ha raggiunto una perdita – prevedibile –  del -56%, precipitando al valore di 4,8 miliardi di euro.

Il lockdown ha spinto anche verso nuovi comportamenti e paradigmi di acquisto, trasformando quello che finora era stato un canale secondario in un player determinante: «Nel 2020, nella sola componente di prodotto – ha spiegato Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio e-commerce B2C – l’incidenza dell’e-commerce B2C sul totale vendite retail, indice della maturità dell’online, passa dal 6% all’8% (+2 punti percentuali rispetto al 2019). Significa che in un solo anno abbiamo avuto un salto evolutivo che generalmente ottenevamo in almeno due anni. Mai come quest’anno, l’e-commerce ha svolto un ruolo determinante nella riprogettazione delle strategie di vendita e di interazione con i consumatori per fronteggiare la crisi del settore retail post-pandemia. Cresce leggermente anche la penetrazione dei servizi che passa dal 10,7% all’11%».

Nei prodotti, i settori più maturi crescono con un tasso sostenuto ma comunque sotto la media di mercato: nel 2020 l’Informatica ed elettronica di consumo vale online 6,2 miliardi di euro (+20%), l’Abbigliamento 3,9 miliardi (+22%) e l’Editoria 1,2 miliardi (+18%). I comparti emergenti registrano ottimi risultati con ritmi di crescita molto più alti: in particolare il Food&Grocery genera 2,7 miliardi di euro (+70% rispetto al 2019) e l’Arredamento e home living 2,4 miliardi (+32%). Buona anche la crescita delle categorie racchiuse in “Altri prodotti” (+37% rispetto al 2019), come Beauty e Pharma, ma anche Giochi e Ricambi d’auto.

In valore assoluto sono tre i comparti che contribuiscono maggiormente alla crescita: dei 5,5 miliardi di euro di incremento totale, 1,1 miliardi sono realizzati dal Food&Grocery, 1 miliardo dall’Informatica ed elettronica di consumo e 700 milioni dall’Abbigliamento.

«Durante l’emergenza, sono tante le domande che ci siamo posti sugli effetti e sulle mutazioni che stanno interessando il mondo del commercio», spiega Riccardo Mangiaracina, Responsabile scientifico dell’Osservatorio e-commerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano. «Tra le poche certezze ci sono la vicinanza che i canali online e fisico stanno dimostrando con forza, e il ruolo indispensabile che l’e-commerce sta svolgendo per la ripresa del commercio e dei consumi, certificati dai continui investimenti in atto per potenziare il canale digitale (tramite sito proprio, aggregatori, marketplace) o per favorire modalità di vendita fondate sull’integrazione tra esperienze online e offline. L’e-commerce, dopo essere stato per anni un canale secondario, ha acquisito oggi un ruolo determinante nella riprogettazione delle strategie di vendita e di interazione con i consumatori».

Nel corso del 2020, durante la pandemia da Covid-19, il commercio online ha vissuto una grande spinta propulsiva, pur avendo generato – a causa della flessione del settore dei servizi, turismo in primis- un valore di 30,6 miliardi di euro (-3% rispetto al 2019). Per Economy, ha classificato i protagonisti dell’e-commerce italiano il Gruppo Nsa, primo mediatore creditizio per le imprese italiane per fatturato, vigilato dalla Banca d’Italia tramite l’Organismo agenti e mediatori.

Nsa è specializzato nella erogazione di finanziamenti alle imprese, capace di garantire efficacia ed efficienza nei rapporti con il sistema bancario. Il rank attribuito alle aziende da Nsa che vedete nella tabella a fianco, è frutto di ricerche
ed elaborazione di dati commissionata  da Economy all’Ufficio Studi del Gruppo
Nsa. Viene calcolato sull’analisi dei bilanci, regolarmente depositati. In particolare, l’analisi classifica le imprese per solidità patrimoniale, performance, affidabilità e redditività: i medesimi parametri utilizzati
per l’elaborazione nsaPmindex, l’indice sul merito creditizio. Il Gruppo Nsa adotta anche in questa ricerca l’algoritmo definito dal Disa, Dipartimento di Studi Aziendali dell’Università di Bologna, per l’elaborazione dell’indice nsaPmindex, indice annuale sullo stato delle Pmi italiane. E la tabella a fianco rappresenta una fotografia dello stato di salute di queste imprese, suddivise per area geografica.