di Vittorio Petrone
Il turismo è uno dei comparti che più è stato colpito dagli anni della pandemia, ma è quello che forse più di tutti è risalito tornando a livelli ancora più alti rispetto agli anni pre-pandemici. Una cosa è certa: le abitudini di viaggio sono molto cambiate e con esse anche l’offerta e i servizi che gli operatori del settore devono offrire per incontrare le nuove esigenze della clientela. In che modo e cosa le persone, soprattutto altospendenti, cercano quando viaggiano? Ne abbiamo parlato con Niccolò Mazzi, founder di DiVita Tours, società specializzata nelle soluzioni di viaggio d’alta gamma rivolta essenzialmente al mercato straniero altospendente, soprattutto americano.
Quale futuro per il turismo? Cosa dobbiamo attenderci?
Intanto una premessa: il tempo è il lusso più grande di oggi. Se spostiamo il paradigma dal “bene materiale/moneta” al “bene immateriale/tempo”, cosa notiamo? Che la disponibilità più ingente di denaro ti permette di vivere negli agi e le coccole di un hotel cinque stelle lussuoso mentre chi ha una minore disponibilità passa la vacanza in un hotel più economico. Non è affatto vero però che il primo utilizzi meglio il tempo del secondo. Ecco perché anche le persone più facoltose “esigono” di vivere quel tempo all’insegna dei valori essenziali e vogliono essere coinvolti in esperienze uniche. Il futuro del turismo passa da questo e noi operatori dobbiamo fare in modo che le nostre esperienze esaltino tutti e cinque i sensi. Per farlo serve più tempo.
Il suo imprinting di imprenditore è americano. Come è riuscito a conciliarlo con la burocrazia italiana?
I miei familiari vivono in Italia. Il contatto continuo con loro e con i miei amici d’infanzia, fra cui uno ora è mio socio, e i continui viaggi di lavoro mi hanno permesso di tenermi sempre aggiornato sulla situazione del nostro Paese.
È stato facile aprile la sua azienda in Italia o ha dovuto faticare più del previsto?
Ho dovuto innanzitutto verificare se in Toscana ci fosse un’entità che avrei dovuto coinvolgere per un patto di lungo termine, cui affidare tutto ciò che fa da corollario al business. In termini automobilistici, se mi è consentito l’esempio, io sono il pilota e l’auto e conosco i parametri per avere un buon grip con il mercato; tutto il resto, chiedo che lo facciano gli altri. Comprenderà che se affido l’intero paddock a un terzo, non potrà essere un semplice fornitore di servizi; da qui l’esigenza di trovare un partner, paziente, competente ma anche resiliente.
Che ha trovato nella società di advisoring Management Capital Partner…
Sì, ho conosciuto Mcp e l’empatia con il suo amministratore delegato ci ha consentito di dare una forte accelerazione al progetto. Noi e i nostri collaboratori siamo una squadra resiliente, capace di assorbire gli urti più o meno importanti che la gestione di un’azienda in corsa comporta e trasformarli in un una molla propulsiva per fare un salto ancora più avanti.
Qual è il valore aggiunto di DiVita Tours?
Innanzitutto siamo persone serie, affermo ciò soltanto perché ci viene riconosciuto da tutti gli stakeholder con i quali veniamo in contatto. Ce lo riconoscono i nostri clienti; le agenzie di tutti i mercati nei quali operiamo ad esempio sanno che non hanno nulla da temere perchè non faremo azioni contrarie ai reciproci interessi, ad esempio contattare i loro clienti che sono i veri beneficiari delle nostre offerte. Lo sanno le persone che tramite le agenzie scelgono le nostre soluzioni, perché manterremo l’impegno assunto di far trascorrere il loro tempo in luoghi indimenticabili, affinché il nostro brand venga gelosamente conservato in ciascuno dei libri dei loro ricordi. Lo rammentano i nostri dipendenti che, selezionati prima della pandemia, hanno lasciato la loro precedente occupazione per abbracciare il nostro disegno e che noi abbiamo ripagato mantenendo i loro posti di lavoro e pagandogli per intero gli stipendi per circa due anni.
Obiettivi nel medio-lungo termine?
L’obiettivo dichiarato è quello di diventare una delle destination management company più affermate a livello mondiale. Ciò comporta una diffusione del nostro brand su tutte le mete richieste dalla prestigiosa clientela che ci ha già consentito lo scorso anno di essere premiati in Inghilterra quale migliore Dmc europea. I nostri obiettivi per i prossimi 24 mesi sono chiari e alla nostra portata. Nel secondo semestre 2025 puntiamo a chiedere alla Consob e a Borsa Italiana l’ammissione dei nostri titoli alla contrattazione nel mercato riservato alle Pmi.