Buste paga

Il governo dimissionario di Mario Draghi continua nel suo operato e cerca, in questa fase contraddistinta dal carovita e dalla forte inflazione, di aiutare i cittadini in maggiore difficoltà. È in tal senso che sta per essere varato il decreto Aiuti bis che conterrà una serie di misure di sostegno che porteranno al taglio di quasi un punto del cuneo fiscale e all’anticipo della rivalutazione degli assegni pensionistici per ridare fiato al potere d’acquisto. Questo vuol dire che aumenteranno gli stipendi e le pensioni, con l’intervento che dovrebbe avere una durata totale di sei mesi ed essere rivolto ai soli lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro. Vediamo più nel dettaglio di quanto potrebbero aumentare gli stipendi e le pensioni dei cittadini.

Decreto Aiuti bis, aumentano stipendi e pensioni

Il taglio del cuneo fiscale dovrebbe essere pari allo 0,8%. Per un lavoratore che reddito annuo pari a 35mila euro lordi questo vuol dire avere un aumento mensile di 27 euro in busta paga, per chi è a 28mila euro lordi l’anno l’aumento è di 22 euro, mentre per chi ha un reddito di 15mila di 12 euro.

Per quanto riguarda le pensioni, invece, l’anticipo della rivalutazione di tre mesi (che dovrebbe essere attorno al 2%), partirebbe da settembre, con l’aumento definitivo a gennaio 2023 che potrebbe essere superiore all’8%.

Stando a quanto trapelato da fonti dell’esecutivo, il via libera al pacchetto di misure del decreto Aiuti bis dovrebbe arrivare a seguito del Consiglio dei ministri previsto tra mercoledì e giovedì di questa settimana. Eventuali ritardi potrebbero però derivare da alcune decisioni ancora in ballo, una su tutte la definizione dei costi. Il provvedimento dovrebbe contare complessivamente su 14,3 miliardi di risorse e l’intervento sulle pensioni dovrebbe riguardare tutti e non solo chi ha assegni fino a 35 mila euro l’anno. Su questo punto resta ancora da trovare l’accordo.