Nella giornata di oggi sono attesi i dati sul mercato del lavoro degli Stati Uniti. Le previsioni sono ottimistiche, perché si parla di un aumento di 300mila unità nel mese di agosto, che si aggiungono agli oltre mezzo milione di addetti in più di luglio. Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere stabile al 3,5% e si parla di una lieve accelerazione dei salati. Dai dati sul lavoro dipenderà anche la politica fiscale e le decisioni sui tassi, attese per settembre, della Fed.
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I tassi passeranno da 50 a 75 punti
L’obiettivo della Federal Reserve rimane quello di tenere sotto controllo l’inflazione e i prezzi. “Per spostare la Fed, cioe’ per spingerla a settembre a rialzare i tassi da 75 a 50 punti base – dice Vincenzo Bova, strategist di MtsCapitalservice – dovrebbe uscire un dato molto piu’ negativo, diciamo che servirebbe un numero di occupati prossimo allo zero ad agosto. Anche se venerdì dovesse uscire un numero di occupati inferiore alle attese, ma di più 200-250.000 unita’, non servirebbe a fare cambiare idea alla Fed”.
In Europa l’attenzione è rivolta all’inflazione, non solo al lavoro
Dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione di mercoledì la fiducia dei mercati è scesa, perché contrariamente a quanto si attendeva ha sorpreso al rialzo evidenziando un incremento molto più marcato al 9,1%. La sorpresa maggiore è arrivata dall’inflazione italiana che è salita più delle attese, assieme alla marcata accelerazione dell’inflazione in alcuni paesi tra i quali Belgio e Olanda. La probabilità di un rialzo da 75 punti base nel meeting della prossima settimana e’ ora prezzata a oltre il 90% dagli analisti. “I mercati si aspettano che le banche centrali siano pronte a fare qualunque cosa serva per abbassare l’inflazione e questo sta rallentando molto la crescita economica globale”, commenta Tobin Gorey, chief strategist della Banca del Commonwealth in una nota.