Abbigliamento-moda, Alimentari-vino, Arredo-Casa e Automazione (meccanica). La formula della 4 “A” è sempre quella vincente per il made in Italy, come da tradizione. Ma ai quattro storici alfieri delle nostre produzioni di successo, ne vanno aggiunti altre 3: i Prodotti in metallo (tubi in acciaio, strutture metalliche, gru, bulloneria), gli Yacht e altri veicoli (navi, motocicli, biciclette) e i Medicinali e prodotti per la cura personale. Sono dunque sette i macrosettori dell’economia italiana che guidano l’interscambio con l’estero, garantendo un surplus commerciale imponente di quasi 200 miliardi di euro e trainando tutta la manifattura. Lo scrive in un articolo su “Il Sole 24 Ore“, l’economista Marco Fortis.
Per i 7 settori, in surplus commerciale, superati i livelli pre-Covid
Ed è grazie a questi comparti che il sistema manifatturiero italiano ha potuto superare lo shock della globalizzazione e delle competizioni asimmetriche asiatiche, tanto da riuscire ad aumentare la quota di mercato nell’Export mondiale dal 2,8% del 2015 al 2,9% del 2020. Mentre gli altri paesi del G7 hanno subito arretramenti. «Nel 2019», afferma Fortis, «il surplus commerciale con l’estero generato dai 70 prodotti top dei “magnifici 7” del made in Italy è stato di 138,4 miliardi di dollari. Significativo è il fatto che l’Export dei nostri “magnifici sette” sia già tornato ampiamente sopra i livelli pre Covid-19 sia in dollari che in euro, nonostante le particolari difficoltà che interessano tuttora i settori del fashion. Negli ultimi quattro trimestri scorrevoli terminanti il terzo trimestre 2021 le esportazioni complessive dei 70 prodotti top hanno raggiunto i 199 miliardi di euro con una crescita del 3,9% (+10,7% in dollari), rispetto al periodo quarto trimestre 2018-terzo trimestre 2019».
Industria 4.0 e internazionalizzazione hanno reso l’export più forte
Fortis afferma quindi che «sotto la spinta di Industria 4.0 e dei programmi di sostegno delle fiere, dell‘internazionalizzazione e dell’Export, il Made in Italy è diventato più resiliente, si è ammodernato a livello di macchinari e tecnologie e si è rafforzato sui mercati». Nel periodo gennaio-settembre, ricorda, «le esportazioni totali italiane sono salite del 5,8% sul 2019, quelle tedesche dell’1,5%, quelle francesi sono invece in calo del 5,4%». L’economista passa poi a scomporre i dati dei singoli macrosettori.
Per il food&wine italiano il surplus più alto al mondo
Nel 2019, negli Alimentari e vini i 7 prodotti principali del sottosettore che comprende vini e spumanti, pasta, formaggi hanno generato un surplus di 17,2 miliardi di dollari, il più alto a livello mondiale. Nella moda il sottosettore che comprende vestiti da donna, maglieria, abbigliamento sportivo, genera surplus per 6,9 miliardi, mentre quello relativo agli accessori porta a un attivo di 23,2 miliardi, ponendo l’Italia seconda al mondo dopo solo la Cina. Posizioni di eccellenza anche nell’Arredo casa, con un surplus di 18,3 miliardi di dollari e il secondo posto dietro la Cina. Allo stesso modo nei Prodotti in metallo, surplus di 11,9 miliardi e seconda posizione dietro la Cina. Nella Meccanica, sottosettore degli apparecchi generali, surplus di 18,3 miliardi e terza posizione dietro Cina e Germania. Nelle macchine specializzate surplus di 16 miliardi e secondo posto dietro la Germania. Passando agli Yacht e altri veicoli i 7 prodotti principali generano un attivo commerciale di 13,6 miliardi. Infine i Medicinali e prodotti per la cura personale generano un surplus di 11,4 miliardi di dollari.