Da brutto anatroccolo, anzi pecora nera del sistema, ad azienda-modello, studiata e imitata in tutta Europa. È la particolarissima traiettoria dell’Acquedotto Pugliese, un tempo icona dell’inefficienza del servizio idrico pubblico, oggi “prima della classe” non solo a livello italiano. Sotto il controllo pubblico – la Regione Puglia – ma condotta con metodi e obiettivi privatistici che hanno portato a numeri importantissimi, sia in senso economico che sociale, ed a progetti molto ambiziosi anche e soprattutto nella direzione della sostenibilità.
Il bilancio 2021 parla chiaro: il margine operativo lordo è stato di 244,1 milioni e l’utile prima delle imposte di circa 46,3 milioni. Per volontà dell’azionista, l’utile d’esercizio che sarà usato dal Gruppo per il miglioramento del sistema idrico e per gli investimenti, che nel corso dello scorso anno sono stati divisi fra sistema idrico, sistema fognario e depurazione (rispettivamente 79,3 milioni, 62,4 milioni e 63,7 milioni).
«I risultati raggiunti da Acquedotto Pugliese nel corso del 2021 danno la cifra di un gruppo solido, di un grande attore economico con un ruolo importante e sempre più di peso nella transizione energetica», commenta Domenico Laforgia, presidente dell’Aqp, «un ruolo che si amplierà nel prossimo futuro con il consolidamento dei buoni risultati realizzati ogni giorno per la collettività. L’azienda continuerà a crescere in maniera notevole grazie anche agli ulteriori investimenti: la strada è quella della multiutility pubblica e sostenibile nell’ottica di un’azienda rivolta ad un utilizzo circolare delle risorse. Ci apriremo ad altri settori e stiamo valutando di entrare nella commercializzazione del gas, nella produzione e vendita di energia elettrica, oltre che nel settore dei rifiuti nel quale siamo già presenti. Tutti sviluppi importanti per la crescita di Aqp che ad oggi, grazie al supporto della Regione Puglia e alla sinergia con l’Autorità Idrica Pugliese (Aip), si conferma una delle più grandi, storiche società italiane e tra i maggiori player europei, per dimensioni e complessità, nel settore della gestione di sistemi idrici integrati».
Effettivamente la rete idrica gestita da Aqp è grandissima, con 33 mila chilometri (pari a circa il doppio della rete ferroviaria gestita dalle Ferrovie!) al servizio di oltre 4 milioni di cittadini e 184 depuratori. E il tasso di dispersione si attesta ormai al di sotto della media del sistema nazionale, dopo essere stata per anni sul deplorevole podio delle maggiori perdite.
Com’è stato compiuto il “miracolo”? Con la logica della selezione qualitativa di dirigenti e tecnici, il contrario dell’”uno vale uno”. La direzione generale è affidata dalla fine del 2021 a Francesca Portincasa (per la prima volta una donna in quel ruolo), biologa, sposata e madre di due figli, con esperienza nella cooperazione internazionale e nella gestione di sistemi idrici complessi, in Aqp dal 1994.
Per dare un’idea dello sforzo organizzativo compiuto, solo nel 2021 sono stati banditi 578 appalti per un valore di circa 673 milioni di euro (240 per investimenti, di cui 195 solo di lavori), ci sono state 502 aggiudicazioni per un importo pari a circa 424 milioni, contratti per 442 milioni, con una contemporanea riduzione dei tempi medi di gara ed un trend positivo. Oltre il 60% del valore dei contratti attivi (667 per un valore pari a 778 milioni) è affidato a imprese del territorio pugliese. Per quanto concerne i servizi (valore appaltato di 393 milioni), tra i vari appalti risaltano il servizio della manutenzione delle reti idriche e fognarie (241 milioni) e le pubblicazioni dell’Accordo quadro del conferimento per recupero e smaltimento dei fanghi (60,9 milioni). Per quanto concerne i lavori (valore appaltato di 195 milioni), si evidenziano il potenziamento dell’impianto di sollevamento fogna di Bari “Torre del Diavolo” (19,3 milioni), il potenziamento dell’impianto di depurazione di Lizzanello (11,4 milioni), la realizzazione della condotta sottomarina dei depuratori Bari Ovest e Bitonto (11 milioni), il completamento della rete idrica e fognaria nell’abitato di Lizzano (9,7 milioni).
Ma non basta: il risanamento della rete idrica deve continuare, e la terza fase ha impegnato 80 milioni in 21 comuni e 155 chilometri di reti, finanziati dalla Regione Puglia con fondi Fesr 2014-2020, che si concluderanno entro la fine del 2022. La quarta fase, già in atto, prevede un investimento di 637 milioni di euro per il risanamento delle tubazioni vecchie ed ammalorate e per la distrettualizzazione delle reti idriche in 94 Comuni. La successiva e quinta edizione delle attività di risanamento ed efficientamento sulle reti idriche di distribuzione urbana svilupperà nell’anno 2022 le attività di progettazione esecutiva della sua prima tranche (116 comuni per un investimento di 730 milioni da esaurire nel 2035), la cui fase di affidamento è pressoché conclusa. Il “Risanamento Reti 5” interesserà complessivamente ben 161 comuni per un investimento complessivo di 1.170 milioni da esaurire nel 2045. Si prevede di sostituire circa 3.100 km di condotte con nuovi materiali. Complessivamente il risanamento delle reti idriche prevedono investimenti pari a 2,7 miliardi fino al 2045, per un recupero stimato di risorse idriche pari a 150 milioni di metri cubi.
Ma il futuro è tutto proteso verso il modello della “multiutility sostenibile” e prevede, col nuovo Piano della Sostenibilità di Aqp (approvato a dicembre 2021) azioni integrate nel triennio 2022-2024 con il coinvolgimento di tutte le direzioni aziendali in tre macro aree: ambiente, qualità e persone. Gli obiettivi sono tutti coerenti, ma sfidanti: garantire l’incremento di produzione di energia elettrica; la gestione sostenibile della risorsa idrica; la riduzione dell’impronta ambientale dell’azienda; la realizzazione di processi circolari tramite nuovi impianti innovativi per la gestione dei rifiuti; l’innalzamento della qualità del servizio al cliente anche tramite l’innovazione tecnologica; il miglioramento dell’inserimento paesaggistico delle opere.
Per il sistema di produzione e trasporto dell’acqua di Aqp sono previsti nei prossimi dieci anni interventi per un importo complessivo pari a 471 milioni di euro. Inoltre si prevede un fabbisogno futuro di almeno ulteriori 300 milioni di euro per aumentare il grado di sicurezza del sistema e della qualità dell’acqua.
Si realizzerà un sistema di dissalatori nelle isole Tremiti, e un forte potenziamento del riuso delle acque reflue, con un marcato incremento o ripristino della capacità di invaso dei laghi artificiali. In questo caso, le azioni da mettere in campo potrebbero consentire un recupero e un incremento delle capacità di invaso di circa 200 milioni di metri cubi. Contemporaneamente, si perseguirà l’incremento della produzione di energia elettrica per autoconsumo da fonti rinnovabili con la miglior valorizzazione energetica dai fanghi di depurazione.