crescita Pil

L’economia europea va incontro a un 2023 per nulla felice con un notevole crollo del Pil nei principali paesi dell’Unione. A dirlo è l’agenzia di rating DBRS che ha tagliato le stime sulla crescita globale per il 2022, ma che avverte: “Le prospettive per il 2023 sono anche peggiori”. La previsioni sull’Italia non sono rosess. La previsione sul Pil per l’anno in corso sono al +3,3% (in aumento di 0,6 punti rispetto alla stima di giugno scorso) ma con un andamento quasi fermo il prossimo anno a +0,5%, con una revisione al ribasso di ben 1,3 punti. Non si registra quindi una perdita, ma una stagnazione.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.



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Nubi nere anche sull’occupazione

Non è solo il Pil oggetto di previsioni negative. Anche la disoccupazione sta crescendo, attestandosi all’8,3% nel 2022 e  con una previsione dell’8,5% il prossimo anno. DBRS Morningstar mette in luce come la crescita in Nord America dovrebbe essere inferiore all’1% nel 2023 con l’indicazione di una “leggera recessione” negli Stati Uniti, che diversi analisti nei mesi scorsi hanno ipotizzato. Male anche l’economia europea “per via della possibile carenza di prodotti energetici il prossimo inverno”.

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La Germania non è più uber alles 

A colpire in modo particolare è la revisione verso il basso dell’economia tedesca, che per il 2022 è prevista a  +1,5%quest’anno e solo +0,3% nel 2023. Anche in questo caso il  taglio delle stime è importante visto che è di 1,8 punti, con un crollo del Pil significativo. Nel giorno di lutto nazionale per la morte della regina Elisabetta arriva una tegola anche sul Regno Unito, che stando alle previsioni dovrebbe addirittura registrare un – 0,1% il prossimo anno. A pesare sull’andamento dell’Europa, il fatto che “la sostituzione del gas russo rimane estremamente difficile nel breve periodo e i prezzi globali del gas naturale liquefatto sono aumentati con l’aumento della domanda”. Nei prossimi mesi si renderà sempre più necessaria quindi una maggiore attenzione ai prezzi del gas, che dovranno passare innanzitutto attraverso il price cap che è richiesto da più nazioni.