Deroga al tetto degli stipendi
Il presidente del consiglio Mario Draghi

È il giorno della verità per il governo di Mario Draghi che oggi, mercoledì 20 luglio, è stato al Senato per il voto di fiducia dopo lo strappo nella maggioranza di settimana scorsa a firma di Giuseppe Conte e del MoVimento 5 Stelle. Nel nostro day by day tra i palazzi del potere di ieri vi avevamo parlato di una situazione di apparente quiete, preambolo di una vera e propria tempesta. La tempesta, infatti, c’è stata, dentro e fuori dal Senato. Draghi, arrivato sorridente intorno alle 9:40, ha salutato i giornalisti per poi entrare in aula e fare il suo discorso. Le sue sono state parole di apertura, che segnano dunque un passo indietro rispetto alle dimissioni presentate a Mattarella e poi congelate dal Presidente della Repubblica, ma anche di concretezza con la richiesta di nessuna censura netta al suo programma. “All’Italia – ha detto Draghi – non serve una fiducia di facciata che svanisca davanti ai provvedimenti scomodi, serve un nuovo patto di fiducia. Sincero e concreto, come quello che ci ha permesso finora di cambiare in meglio il Paese. Ai partiti – e voi parlamentari – chiedo siete pronti a ricostruire questo patto?. Sono qui solo perchè gli italiani lo hanno chiesto. La risposta a queste domande non la dovete dare a me, ma a tutti gli italiani”. 

Crisi di governo, Draghi al Senato

Fuori dal Senato, nel via vai dei vari parlamentari, ci sono tutti gli animi dei partiti politici. C’è Carlo Calenda di Azione che dice di condividere ogni singola parola del discorso di Draghi, c’è l’ex ministra Lucia Azzolina di Insieme per il futuro che invoca alla responsabilità, così come fa Emanuele Fiano del Pd. Contrari ad un nuovo governo Draghi sono invece i Fratelli d’Italia che, attraverso le parole di molti suoi esponenti, da Lucio Malan a Luca Ciriani, ricordano la posizione del partito di Giorgia Meloni, ovvero elezioni subito. Malan aggiunge anche che Draghi, con il suo discorso, ha di fatto chiesto pieni poteri, cosa che se fosse stata fatta da qualsiasi altro partito politico avrebbe creato scandalo.

C’è poi il centrodestra di governo, Lega e Forza Italia, e il MoVimento 5 Stelle. Da quest’ultimo fronte tutto, o quasi, tace da giorni, anche se sembra scontato che i pentastellati difficilmente torneranno sui proprio passi, specie al Senato, dove i Contiani sarebbero decisamente di meno rispetto che alla Camera. Per quel che riguarda il centrodestra, invece, la situazione appare molto più complessa. Matteo Salvini è entrato oggi al Senato senza dichiarare nulla alla stampa, così come ha fatto all’uscita, per poi dirigersi a Villa Grande per incontrare Silvio Berlusconi. La richiesta congiunta è che si attui un cambio di passo rispetto al passato e che all’interno del nuovo eventuale esecutivo non ci siano i 5 Stelle e che non ci si addentri in discussioni che, per loro natura, sarebbero divisive (si legga cannabis legale, Ius Scholae e fine vita).

Le parole pronunciate al Senato dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo sono state in tal senso molto indicative: “Prendendo atto che il MoVimento 5 Stelle è fuori, si prenda anche atto che è nata una nuova maggioranza, che è quella di 14 di luglio. E per questo che ci vuole un governo nuovo con a capo lei presidente, perchè noi la stimiamo e lei è autorevole e gli italiani hanno detto che deve restare li”.

Crisi di governo: al Senato lo scontro sulle risoluzioni

Nel corso della sua replica, Mario Draghi ha chiesto il voto di fiducia sulla risoluzione presentata dal senatore Casini, ma proprio su questo punto è nato un nuovo motivo di discussione. Anche il centrodestra, infatti, ha presentato una risoluzione – a firma di Roberto Calderoli – e si è dichiarato non disponibile a votare quella di Casini. La scelta di Lega e Forza Italia è quella di uscire e non partecipare al voto.

La stessa decisione è stata presa anche dal MoVimento 5 Stelle, così come annunciato dalla capogruppo Cariolina Castellone: “Togliamo il disturbo, non prenderemo parte al voto. Abbiamo letto gli appelli affinché il governo vada avanti e ci meraviglia che questo governo in un momento così drammatico abbia messo in discussione l’andare avanti”.

La tempesta continua e all’orizzonte ci sono sempre più nuvoloni.