Se già con la pandemia si era registrato un aumento esponenziale dei crimini digitali (il cui impatto economico globale si avvicina secondo le stime al 6% del Pil mondiale), la guerra in corso tra Russia e Ucraina ha drammaticamente messo la questione “sicurezza informatica” sotto i riflettori di tutta la comunità internazionale.
Una tavola rotonda promossa dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri
Siamo praticamente a un passo da «un nuovo 11 settembre informatico». Così Stefan Umit Uygur, esperto di cybersecurity e Ceo della startup 4Securitas ha riassunto il livello di rischio che pende come una spada di Damocle sulle nostre economie, sulla società e sulla stessa tenuta delle democrazie, sempre più dipendenti dall’ecosistema digitale. L’allarme è risuonato nel contesto istituzionale della Sala Capitolare del Senato della Repubblica dove a discutere di cyber attacks e della loro minaccia crescente (ma anche di PNRR e digital transformation, sanità digitale e industria 4.0) si sono ritrovati parlamentari analisti ed esperti di transizione digitale nell’ambito di una tavola rotonda promossa dall’Intergruppo Parlamentare Inclusione Digitale e dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI). Nel corso del dibattito Uygur, intervistato dal caporedattore di Economy e responsabile online, Francesco Condoluci, ha ipotizzato appunto che se ci dovesse essere «un nuovo 11 settembre», la forma sarà quella di «un attacco informatico globale, mirato a colpire tutto il sistema digitale». «Per difendersi e crescere solidamente – ha aggiunto – serve una cultura digitale che abbia una prospettiva globale. Serve una promozione degli studi accademici nel settore. «La forte accelerazione nel mondo digitale dovuta alla pandemia – gli ha fatto eco Luisa Franchina, vicepresidente del Centro Studi Difesa e Sicurezza ha portato ad un’impennata degli attacchi, soprattutto verso aziende sanitarie e farmaceutiche. La prova che si tratti di una vera e propria guerra diffusa la si ha guardando al conflitto Russia-Ucraina, dove gli attacchi cyber sono iniziati prima di quelli cinetici» ha .
La senatrice Urania Papatheu (FI): «Minaccia informatica è allarmante»
«Gli Stati Generali dell’ingegneria dell’Informazione rappresentano un importante momento di confronto perché la minaccia informatica è sempre più attuale – ha commentato nel suo intervento Urania Papatheu – occorre dunque contrastare con determinazione un fenomeno che mette a rischio la tenuta del Paese». Il deputato Alberto Pagani, componente della Commissione Difesa della Camera ha fatto il punto su quanto l’Italia sta facendo per difendere le infrastrutture critiche: «Abbiamo da poco istituito l’Agenzia Nazionale per la Cybersecurity che ora va resa operativa, ma bisogna lavorare soprattutto sulla diffusione della consapevolezza dei rischi». Secondo il Global Risk Report per il 2021 del World Economic Forum, la sicurezza informatica rappresenta infatti una delle maggiori minacce che l’umanità dovrà affrontare nel prossimo decennio.
Kaspersky: «Investiamo nella formazione dei giovani sulla cybersecurity»
«Si tratta di uno scenario piuttosto prevedibile poiché, in seguito all’adozione del lavoro da remoto in tutto il mondo, le attività svolte online si sono moltiplicate. Il numero di dispositivi utilizzati è aumentato a livello mondiale, comportando un ampliamento della superficie di attacco esposta alle minacce – ha spiegato Cesare D’Angelo, General Manager di Kaspersky Italia – oggi è estremamente importante migliorare l’alfabetizzazione digitale e aumentare la consapevolezza in materia di sicurezza informatica. E’ inoltre necessario lavorare per risolvere il problema dell’assenza di talenti. I giovani dovrebbero essere maggiormente informati delle opportunità di carriera che esistono nella cybersecurity».
Digitalizzazione, «gli ingegneri faranno la loro parte»
Per promuovere la diffusione della cultura digitale e del processo di digitalizzazione del Paese fondamentale è il ruolo degli ingegneri dell’Informazione. «Ormai da tempo registriamo un crescente interesse da parte dei giovani studenti nei confronti di questi temi – ha sottolineato Armando Zambrano Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) – I nostri rapporti testimoniano come siano in costante aumento gli iscritti e i laureati in ingegneria dell’informazione. Del resto sono diversi i settori nei quali il ruolo dell’ingegnere dell’informazione potrà risultare determinante. Mi riferisco alla transizione digitale prevista nell’ambito del Pnrr e al delicato tema della cybersecurity. Ma anche allo stretto rapporto tra ingegneria e sanità digitale, a proposito del quale intensa è stata l’attività del CNI negli ultimi tempi, soprattutto attraverso l’azione del Comitato C3I». «Gli ingegneri dell’informazione sono al servizio del Paese per garantire la massima difesa cibernetica delle infrastrutture digitali nazionali» ha dichiarato Alessandro Astorino, coordinatore del Consiglio Operativo del Comitato italiano per l’ingegneria dell’informazione (C3I).