Dividendi per 66,3 milioni di euro (0,2 per azione) e un utile netto consolidato, a fine 2018, che ammonta a 186,7 milioni di euro (+0,1% rispetto all’anno precedente). Questi sono i numeri principali dei risultati individuali e consolidati del 2018 che il cda di Credem ha approvato oggi, 15 marzo, insieme al presidente Lucio Igino Zanon di Valgiurata. Cifre che confermano i dati preliminari comunicati lo scorso 7 febbraio.
Quello dei dividendi è un risultato in linea con l’anno precedente e alza a 280 milioni l’asticella dei profitti distribuiti dall’istituto negli ultimi cinque anni. La cedola sarà messa in pagamento a partire dal 22 maggio 2019 con stacco il 20 maggio 2019 e record date il 21 maggio 2019. Il progetto di bilancio sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea degli azionisti che si terrà nel mese di aprile. Anche quello dell’utile netto consolidato è un buon risultato; il più alto degli ultimi 10 anni che, escludendo la contribuzione ai fondi di risoluzione e di tutela dei depositi, sarebbe pari a 205 milioni di euro.
“Proseguiremo con decisione nel percorso di sviluppo, con investimenti in tecnologia, assunzioni e formazione, per continuare a sostenere i nostri clienti con finanziamenti e servizi sempre all’avanguardia”, commenta Nazzareno Gregori, direttore generale Credem.
E’ proseguita la strategia di crescita della banca con l’acquisizione di oltre 102 mila nuovi clienti. Anche i prestiti erogati sono in crescita del 3,1% rispetto all’anno precedente raggiungendo 25,5 miliardi di euro. “Il progresso è avvenuto mantenendo la qualità dell’attivo ai vertici del mercato, con il rapporto tra crediti problematici lordi ed impieghi lordi (Npl Ratio) al 4,4% rispetto al 9,4% della media delle banche significative italiane, e adottando livelli di copertura ai vertici del sistema (livello di copertura comprensivo dello shortfall al 64,8% sui crediti problematici ed al 82,6% sulle sofferenze)”, si legge nella nota della banca.
La raccolta diretta da clientela è in progresso del 5,5% e si attesta a 23,9 miliardi di euro. Prosegue anche la vocazione assicurativa del gruppo con la raccolta assicurativa in crescita dell’1,1% a 6,9 miliardi di euro, pur a fronte di mercati finanziari negativi; l’utile netto cumulato di Credemvita e Credemassicurazioni è pari a 39,8 milioni di euro (+11,2% a/a) con il contributo alla redditività complessiva del Gruppo in incremento al 19,2% rispetto al 17,3% del 2017.
Confermata inoltre la solidità patrimoniale, già ai vertici del sistema bancario. Il Cet1 Ratio si è attestato a 12,7% con oltre 500 bps di margine rispetto al livello minimo assegnato da Bce per il 2018 (Srep) pari a 7,375%, il requisito più basso tra le banche italiane vigilate da Bce. Sono proseguiti anche gli investimenti sulle persone, con 290 assunzioni di cui il 73,1% giovani, ed erogate in media oltre sei giornate procapite di formazione. Cresce infine la diffusione del remote working utilizzato nel 2018 da oltre 1.200 persone (più che raddoppiate rispetto all’anno precedente) pari ad oltre il 30% dell’organico potenzialmente interessato (20,5% dell’organico complessivo del gruppo).
Per il 2019 Credem prevede il mantenimento di significativi ritmi di sviluppo commerciale della raccolta e, in particolare, del comparto gestito, così come un ulteriore potenziamento del comparto assicurativo. Dal lato creditizio ci si attende la conferma di una crescita dell’aggregato all’interno degli attuali schemi di valutazione del rischio. Proseguiranno altresì gli investimenti orientati al miglioramento, in termini di omnicanalità e digitalizzazione, del modello di servizio ed al potenziamento distributivo e produttivo del business del wealth management.
In tale contesto è ipotizzabile per il gruppo un andamento lineare per quanto riguarda le componenti stabili dei ricavi, sia di natura finanziaria sia commissionale (che vedranno un’ulteriore diversificazione del portafoglio mobiliare a presidio della volatilità patrimoniale), a fronte di una dinamica dei costi meno accentuata rispetto agli scorsi anni.
D’altra parte, le più recenti previsioni introducono nuovi elementi di incertezza, ancora più accentuati rispetto a quelli evidenziati negli esercizi precedenti, che potrebbero introdurre aspetti di discontinuità con riferimento all’apporto dell’intermediazione creditizia, al netto del costo del credito, al contributo dei ricavi commissionali e al costo delle fonti di finanziamento. A tal proposito, il Gruppo potrebbe cercare di contenere gli effetti limitando ulteriormente la dinamica di evoluzione dei costi.
Il consiglio di amministrazione oggi ha deliberato anche di sottoporre all’autorizzazione dell’assemblea ordinaria del 30 aprile 2019 il sistema di remunerazione basato su strumenti finanziari denominato Piano Incentivante 2019 e un piano di acquisto azioni a servizio dei sistemi incentivanti la cui esecuzione sarà comunque subordinata anche all’autorizzazione dell’Autorità di vigilanza in applicazione delle disposizioni del Regolamento (UE) n. 575/2013 (“Crr”) e del Regolamento delegato (UE) n. 241/2014 relativamente alle norme tecniche di regolamentazione sui requisiti di fondi propri per gli enti.