Maria Enrica Angelone, Ceo Wallife

di Vincenzo Petraglia

Viviamo immersi nel digitale e sono indubbiamente molti i vantaggi che ne traiamo. Ma quanto sono sicure le nostre vite digitali e quali i rischi a cui quotidianamente ci esponiamo, spesso inconsapevolmente, utilizzando smartphone, computer e i vari device che costellano le nostre abitudini private e lavorative? Gli strumenti per proteggerci ci sono, ma non bastano, anche perché la tecnologia corre veloce e con essa anche i cyber criminali, sempre pronti a mettere a segno furti di identità, rubare password e dati biometrici, complicarci, e non poco, la vita danneggiando per esempio la nostra reputazione online o facendo a nostra insaputa operazioni finanziarie e quant’altro. Rischi sempre maggiori e dei quali spesso non abbiamo neppure piena coscienza, abituati a fare operazioni che ormai fanno parte della nostra routine e che facciamo quindi in modo automatico. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che permette per esempio di creare dati biometrici fake ma davvero molto vicini a quelli originali, complica ulteriormente il quadro. Difendersi però è possibile. Ne abbiamo parlato con un’esperta del settore, Maria Enrica Angelone, Ceo di Wallife, la startup Insurtech che opera per proteggere gli individui da rischi ancora sconosciuti e inesplorati derivanti dall’utilizzo improprio delle nuove tecnologie. Una realtà tutta italiana nata nel settembre del 2021 dopo aver chiuso il suo primo round di finanziamento nel 2020, raccogliendo 4,8 milioni di euro e posizionandosi al sesto posto in Europa in termini di performance nel settore Insurtech. Un percorso proseguito nel luglio 2022 col completamento di un secondo round di finanziamento da 12 milioni di euro guidato da United Ventures, primario gestore italiano di Venture Capital. Wallife impiega oggi 30 persone, di cui 40% donne, e ha chiuso il 2022 con un fatturato di mezzo milione di euro raccogliendo l’interesse già di oltre 40 investitori, tra cui i fondi di venture capital United Ventures e Gellify, e altri investitori come Antonio Assereto, Proximity Capital, Andrea Dini, di Aptafin. Una realtà che ha la mission, grazie a un team dedicato alla ricerca e all’innovazione, di indagare i rischi nuovi e inesplorati, originati dal progresso tecnologico e scientifico, legati all’esistenza dell’essere umano, offrendo soluzioni all’avanguardia per cautelarsi.

Il digitale ormai pervade le nostre vite, quali i maggiori rischi?
Innanzitutto rischi finanziari e reputazionali. Sblocchiamo il nostro smartphone fra 100 e 150 volte al giorno e si stima che entro il 2024 i pagamenti fatti tramite autorizzazioni da cellulare ammonteranno a 2,5 trilioni di dollari. Un’occasione ghiottissima per i cyber criminali! Solo in Italia secondo i dati Crif sono 30mila ogni anno le identità digitali rubate utilizzate poi per richiedere prestiti personali. Un danno, oltre che economico, anche reputazionale (che non riguarda quindi solo l’hackeraggio dei nostri profili social, ma è molto più ampio e problematico) con lettere da parte delle banche per la restituzione di soldi, la necessità di ingaggiare avvocati per difendersi e quant’altro.

Il problema è che spesso non siamo neppure consapevoli dei rischi che corriamo
Bisognerebbe informare molto di più persone e aziende ed agire su tre fronti. Tecnologia: gli strumenti esistono, pensiamo soltanto agli antivirus o all’autenticazione a due fattori, ma spesso le persone non li utilizzano; educazione: che vuol dire sensibilizzazione nei confronti del tema in generale e delle nuove truffe digitali, agevolate anche dalla sempre maggiore capacità di sofisticazione derivante dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale; infine, la componente assicurativa, che è quella nello specifico che offriamo noi come Wallife: la sofisticazione ormai ha raggiunto livelli talmente elevati che non si riesce più a filtrare tutto. Proteggersi a livello assicurativo vuol dire rimborso diretto dei danni finanziari derivanti dai furti di identità,  spese e tutela legale per difendere la propria reputazione, ripristino degli account compromessi e rimozione dei contenuti lesivi…

Un’attenzione particolare la riservate ai più giovani…
Sì, i giovani fra 18 e 34 sono fra i più esposti ai rischi digitali. La nostra App Wallife, disponibile gratuitamente per un periodo di prova di 90 giorni, offre un servizio di monitoraggio delle situazioni a rischio, con alert dedicati, scansionando per esempio i device o le reti wi-fi che utilizziamo quando siamo in giro; la prossima release riguarderà proprio i più giovani, con forme di tutela, anche contro il cyberbullismo, e di education, attraverso strumenti di gamification come per esempio i quiz, per farli essere più consapevoli sui rischi che corrono online…

Vostri obiettivi di medio-lungo termine?
In linea con la nostra mission, che è l’investigazione dei nuovi rischi presenti e futuri legati al digitale, ci poniamo prima di tutto obiettivi di posizionamento: vogliamo diventare un punto di riferimento per dare risposte e soluzioni nei confronti dei rischi posti dal mondo tecnologico. Come obiettivo finanziario abbiamo quello di raggiungere 100mila polizze entro la fine del 2024.

www.wallife.it
Per il download dell’App: https://biometricsid.wallife.it/download