Così il fondatore di H-Farm ha scelto di lanciarsi sulle... Onde Alte

«Vogliamo che l’impatto di ciò che facciamo sia la vera essenza delle azioni capaci di generare innovazione sociale». Massimiliano Ventimiglia, ceo di Onde Alte, società benefit e certificata B Corp, racconta a Economy la sua nuova sfida. Dopo aver dato vita, nel 2005, al venture incubator H-FARM, la Silicon Valley italiana insieme a Riccardo Donadon, dal 2018 Ventimiglia è alla guida di Onde Alte, che in soli tre anni ha collaborato con alcune tra le più importanti realtà italiane (tra cui Banca Etica, Feltrinelli, MIUR, Intesa San Paolo, Oxfam, NaturaSì, Invitalia e Medtronic) offrendo consulenza e formazione. La mission è di aiutare aziende, organizzazioni umanitarie, fondazioni e PA nella creazione di progetti che uniscano sostenibilità economica e ritorno per la società.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.


Ventimiglia, qual è la mission di Onde Alte?

Lo sviluppo di iniziative cittadine o imprenditoriali è la chiave per una lotta duratura contro le disuguaglianze, la precarietà e l’esclusione. Onde Alte contribuisce a costruire una società in cui, al di là delle istituzioni e delle organizzazioni, gli individui e le imprese siano i primi responsabili del cambiamento. Lavora con studenti, docenti, startupper, cittadini, imprese, creando esperienze formative civiche, iniziative di creazione e diffusione di cultura civica, azioni di innovazione civica partecipata, e percorsi di accelerazione diretta di progetti (in ambito education).

Perché una B-Corp in questo momento è così importante?

Essere B Corp significa avere l’obiettivo di diffondere un paradigma più consapevole di business. Significa perseguire il profitto, innovando continuamente per massimizzare l’impatto positivo verso i dipendenti, le comunità, l’ambiente e tutti gli stakeholder. Significa produrre contemporaneamente benefici di carattere sociale e ambientale mentre si cerca di raggiungere i propri risultati economici. Non è più possibile fare impresa senza questi principi in mente. È una scelta necessaria e opportuna rispetto allo stato delle cose dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Sta diventando sempre più una questione di competitività, di attrazione di talento, di adesione a una visione globale di economia umana che si sta delineando.

Che tipo di progetti volete selezionare e come procederete nei prossimi mesi?

Con il nostro acceleratore, Nazaré, abbiamo l’obiettivo di rendere inclusiva, accessibile e migliore la formazione, in un’era in cui disegnare l’education non può che essere centrato sulle persone e i loro bisogni. Selezioneremo progetti che interessano l’educazione della prima infanzia, l’istruzione primaria e secondaria, l’istruzione superiore, la formazione professionale e manageriale e la formazione degli adulti. Abbiamo individuato le aree con il maggior potenziale di impatto e cerchiamo idee o soluzioni innovative in risposta a queste sfide: educazione inclusiva, digital learning, sviluppo delle competenze trasversali, apprendimento collaborativo e challenge-based, apprendimento innovativo e personalizzato, qualità della formazione, orientamento alle professioni.

Che aspettative avete? Qual è l’obiettivo minimo che vi siete posti?

Per noi è la prima volta che facciamo una call diretta di accelerazione, finanziata da noi. Siamo molto curiosi di capire che reazione ci sarà e quanto saremo in grado di attrarre valore. La nostra è una proposta molto trasparente e di qualità. Siamo fiduciosi che toccherà e muoverà corde emotive importanti. Ci siamo dati l’obiettivo di ricevere una decina di application.

Con l’open innovation si rende più inclusiva e più “facile” la creazione di nuovi modelli di business innovativi: come aiutate questo processo?

Lo facciamo cercando di porre meno regole possibile e di essere estremamente aperti e inclusive rispetto a comunità coinvolte in requisiti di partenza. La filosofia dell’Open Innovation è estremamente interessante perché abbatte i confini tradizionali e cerca di moltiplicare il valore per tutti gli attori coinvolti. Uno dei modi con cui aiutiamo il processo di creazione progettuale è mettendo in contatto soggetti che normalmente non si parlano e lavorano molto in verticale. Tutti i portatori di conoscenza e visione ma è nell’approccio olistico e multidisciplinare che spesso c’è la magia vera.