I mercati ribassisti del passato possono dire molto su quello in cui ci troviamo ora. Sebbene sia comprensibile che gli investitori possano ripensare nervosamente alle perdite catastrofiche causate dal crollo delle dotcom o dalla crisi finanziaria globale, l’indice S&p 500 non è più lo stesso del 1999 o del 2007.
Cosa è cambiato
Tra allora ed oggi, gli elementi costitutivi dell’S&p 500 sono fondamentalmente diversi. L’indice è ponderato in base alla capitalizzazione, il che significa che le società più grandi in termini di valore costituiscono la percentuale maggiore dell’indice. Sono le società e i settori che dominano l’indice a guidarne gli utili e il prezzo. Il grafico seguente mostra le ponderazioni settoriali dell’S&p oggi, nel 1999 e nel 2007. La composizione dell’indice di oggi è diversa da quella del 2007: in breve, è meno ciclica. E questo è importante perché sono le società cicliche a subire maggiormente i contraccolpi dei venti macroeconomici e a registrare le maggiori oscillazioni di redditività.
I settori finanza ed energia
Si consideri, ad esempio, il settore finanziario e quello energetico, profondamente ciclici: insieme, rappresentavano il 30% dell’indice nel 2007, contro il 15% di oggi. Se si aggiungono i settori dei materiali e dell’industria, il 45% dell’indice del 2007 potrebbe essere definito ciclico, contro il 26% di oggi. Confrontate questo dato con quello del settore tecnologico, meno ciclico e a più alta crescita. Nel 2007, i titoli tecnologici rappresentavano solo il 16% dell’indice, rispetto al 26% di oggi – oltre il 30% se si includono Amazon, Meta Platforms e Alphabet.
Le aziende tecnologiche oggi sono diverse
Naturalmente, alcune aziende tecnologiche sono cicliche (tutte le aziende lo sono, in una certa misura). Ma i nomi più importanti del settore tecnologico – Apple (che rappresenta il 7% dell’S&P 500 oggi), Microsoft (6%), Alphabet (4%) e Amazon (3%) – hanno dimostrato nel tempo che i loro profitti sono meno ciclici del mercato complessivo. Infatti, con l’eccezione di Microsoft, le grandi aziende tecnologiche di oggi hanno registrato un aumento delle vendite e degli utili durante la crisi finanziaria. Si confronti con le grandi banche e le compagnie petrolifere che costituivano gran parte dell’indice nel 2007. Aziende come ExxonMobil e Chevron hanno visto i loro profitti dimezzarsi, mentre le grandi banche hanno registrato perdite miliardarie.
Da ciò si deduce che le grandi società tecnologiche che dominano l’odierno S&P 500 dovrebbero essere molto più resistenti delle banche e delle compagnie petrolifere del 2007. Il loro crollo degli utili ha portato a un’enorme riduzione del 46% degli utili dell’indice complessivo. La composizione dell’indice odierno rende improbabile il ripetersi di una simile situazione.
Se non si può ripetere il 2007, che dire del 1999? Dopo tutto, l’odierno S&P, dominato dalla tecnologia, sembrerebbe assomigliare al suo antenato delle dotcom. Ma, ancora una volta, le differenze si nascondono sotto la superficie.
È vero che, nei mesi precedenti l’attuale mercato orso, la valutazione media dello S&P si è avvicinata ai livelli del 1999. Ma per la maggior parte delle società, comprese le più grandi aziende tecnologiche del mondo, le valutazioni sono rimaste molto al di sotto dei livelli della bolla.
I titoli tecnologici dell’attuale S&P, fortemente ponderati, potrebbero quindi subire contrazioni di valutazione più dolorose? Certo, ma l’industria tecnologica di oggi è un’immagine di salute rispetto al disastro dei primi anni 2000. All’epoca, all’indomani del crollo, gli investitori mettevano in dubbio la sopravvivenza stessa del settore tecnologico. È difficile immaginare uno scenario in cui l’esistenza di Microsoft, Apple o Amazon sia messa in discussione. Queste aziende sono imperi globali redditizi che producono montagne di denaro.
In parole povere, l’S&P 500 è redditizio come non lo è mai stato. E dato che questi profitti provengono da aree del mercato meno cicliche e più resistenti come le big tech, se state aspettando che si ripeta l’enorme compressione delle valutazioni dell’era delle dotcom o l’enorme recessione degli utili della crisi finanziaria, potreste rimanere al freddo.