Più della metà degli italiani tagliano sulla spesa alimentare a causa dei rincari. A denunciarlo è la Coldiretti secondo la quale la crescita record dei prezzi ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un pericoloso effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare.

Giornale Mondiale dell’Alimentazione 2022

L’allarme è stato lanciato alla vigilia della Giornata Mondiale dell’alimentazione 2022 – ricorrenza che si celebra il 16 ottobre di ogni anno per ricordare la fondazione della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura – e che domani vedrà la stessa Coldiretti impegnata con varie iniziative nei mercati di “Campagna amica“.

In tutta Italia cuochi e contadini mostreranno al pubblico come organizzare e preparare un pasto “ad alto tasso di risparmio” per facilitare la vita quotidiana delle famiglie che nel 2022 spenderanno per mangiare 650 euro in più a causa dell’aumento delle bollette, a partire dal gas.

Inflazione, consumatori verso cibo più scadente

Secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it, il 18 per cento dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo un terzo (31 per cento) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa.

«Gli italiani – sottolinea la Coldiretti in una nota – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio, si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa. Non a caso volano gli acquisti di cibo low
cost proprio nei discount alimentari che fanno segnare nei primi otto mesi un balzo del +9,5 per cento nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio».

Cibo low cost, a rischio la salute

Un fenomeno che rischia di incidere anche sulla salute degli italiani, considerato il crollo
dell’11 per cento degli acquisti in quantità di frutta e verdura rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy/Gfk Italia. Il consumo di frutta delle famiglie nel primo semestre del 2022 si e’ attestato a 2,6 milioni di tonnellate in quantità.

Gli italiani secondo la Coldiretti hanno ridotto del 16 per cento le quantità di zucchine acquistate, del 12 per cento i pomodori, del 9 per cento le patate, del 7 per cento le carote e del 4 per cento le insalate, mentre per la frutta si registra addirittura un calo dell’8% per gli acquisti di arance, considerate unanimemente un elisir di lunga vita.

Aziende agricole in crisi, il 13% rischia di chiudere

«Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia la Coldiretti – dove più di una azienda agricola su dieci (13 per cento) è in una situazione cosi’ critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre un terzo del totale nazionale (34 per cento) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170 per cento dei concimi al +90 per cento dei mangimi al +129 per cento per il gasolio».

«Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni», afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che «bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende agricole e la spesa degli italiani»