Si conclude un anno allarmante per l’economia italiana. Inflazione e caro bollette pesano sui consumi delle famiglie. Secondo i dati Istat relativi al quarto trimestre 2022, il Pil italiano è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dell’1,4% se confrontato al quarto trimestre del 2021.
Crollano i consumi delle famiglie italiane
Hanno contribuito alla lieve flessione, la netta diminuzione dei consumi delle famiglie, le cui spese, nell’ultima parte del 2022 sono scese del -1,3%, con picchi del -1,9% per gli acquisti a lungo termine. Per quanto riguarda il commercio con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono diminuite dell’1,7% e le esportazioni hanno subito un incremento del 2,6%. Nel settore produttivo si registrano andamenti negativi, in particolare nel comparto dell’agricoltura (-0,7%), dell’industria (-0,2%) e dei servizi (-0,1%).
Rienzi: “L’aumento dei prezzi colpisce i bilanci delle famiglie”
“Come previsto il caro-bollette e l’inflazione alle stelle hanno avuto un effetto depressivo sulla spesa degli italiani sul territorio economico – spiega il presidente di Codacons Carlo Rienzi – “Un allarme destinato purtroppo a proseguire anche nel 2023: i dati sull’inflazione di gennaio e febbraio attestano infatti come al netto dei beni energetici i prezzi al dettaglio continuino a salire in modo sensibile, colpendo spese primarie delle famiglie come alimentari, casa e trasporti. Una emergenza contro la quale il Governo deve intervenire ora, prorogando l’azzeramento degli oneri di sistema in bolletta, reintroducendo lo sconto sulle accise di benzina e gasolio e tagliando l’Iva sui generi di prima necessità come gli alimentari”.
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Le stime dell’Istat del quarto trimestre 2022
I dati Istat confermano dopo sette trimestri consecutivi, la lieve contrazione dell’attività produttiva nel quarto trimestre 2022, già rilevata in via di stima preliminare a fine gennaio. Prosegue invece per l’ottavo trimestre consecutivo la ripresa in termini tendenziali, anche se a ritmi via via più contenuti. La crescita acquisita per il 2023 è positiva, pari allo 0,4%. La lieve flessione del Pil è dovuta sia alla domanda interna, sia alle scorte, mentre la domanda estera netta fornisce un marcato contributo positivo, per la ripresa delle esportazioni a fronte del calo delle importazioni. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è negativo, mentre quello dei consumi delle amministrazioni pubbliche e quello degli investimenti risulta positivo. Le ore lavorate registrano una crescita congiunturale dello 0,7%, le unità di lavoro dello 0,6% e i redditi pro-capite dell’1,9%.