Valter Caiumi CONFINDUSTRIA EMILIA AREA CENTRO

Nella decima edizione di FARETE, l’Assemblea Pubblica delle aziende associate di Bologna, Ferrara e Modena, il presidente di Confindustria Emilia Area Centro, Valter Caiumi, ha presentato una relazione di rilievo di fronte a duemila industriali. Questa assemblea si è svolta oggi a BolognaFiere, evidenziando il valore della manifattura emiliana, il suo contributo alla crescita dell’Italia e i rischi da superare, mentre offre attese positive per il 2023 ma affronta diverse incognite per il 2024.

Economia italiana in crescita, il ruolo chiave dell’Emilia

Caiumi ha evidenziato che nonostante ci siano alcuni segnali di rallentamento, l’economia italiana ha mostrato una notevole ripresa. Il Pil è cresciuto di quasi l’11% nei due anni precedenti, il 2021 e il 2022, superando la media mondiale. L’economia italiana si è dimostrata più reattiva di Francia, Germania, Spagna e Regno Unito nel riprendersi dopo i lockdown. Gli investimenti in macchinari e attrezzature sono aumentati a tassi record, superando di molto quelli della Germania. L’Italia ha raggiunto percentuali storiche record di occupazione e il suo debito pubblico è cresciuto meno rispetto ad altre grandi nazioni del mondo.

il presidente di Confindustria Emilia Area Centro ha sottolineato il ruolo chiave giocato dall’Emilia nell’economia italiana. Le aziende emiliane mostrano eccellenze importanti, superando la media nazionale in termini di fatturato medio e numero di dipendenti. Oltre il 50% di esse sono aziende esportatrici, con un’incidenza dell’export sul fatturato del 36%. Molte di queste imprese hanno raggiunto alti livelli di innovazione. Negli ultimi anni, le PMI emiliane hanno rafforzato i loro bilanci, riducendo la dipendenza dal credito bancario e diversificando le fonti finanziarie.

Manifattura Italia, i rischi delle politiche di spesa mondiali

Caiumi ha evidenziato quindi i rischi per la tenuta della manifattura emiliana e italiana dovuti alle politiche di spesa pubblica di altre aree geografiche, come l’Inflation Reduction Act americano, che potrebbero influire sull’export italiano. Ha sottolineato l’importanza per l’Europa di incentivare gli investimenti nel continente e ha avvertito sulle conseguenze negative di politiche fiscali autonome all’interno dell’Unione Europea.

«Troppa burocrazia europea danneggia le aziende italiane» è la sintesi di quanto ha espresso Caiumi sull’approccio sempre più burocratico dell’Europa nei confronti delle nostre imprese, con norme, regolamenti e pareri che potrebbero danneggiare l’intero sistema manifatturiero europeo. Ha sottolineato quindi la necessità di «una politica economica europea più manifatturiera» e ha invitato a una maggiore attenzione alla contestualizzazione delle norme alle reali esigenze internazionali.

Carenza di manodopera, serve più formazione

Il presidente ha toccato anche il problema della mancanza di forza lavoro qualificata, sottolineando che molte aziende italiane stentano a trovare personale. Questa difficoltà è particolarmente evidente nelle PMI, dove la principale motivazione per la mancata assunzione è l’assenza di candidati qualificati. Ha chiesto un maggiore impegno nella formazione e nell’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.

Caiumi ha suggerito una ridistribuzione delle risorse non utilizzate del PNRR alle Regioni che le hanno meglio sfruttate, per favorire l’investimento e la crescita.

«Emilia cuore delle nuove supply chain regionali»

Il numero uno di Confindustria Emilia Area Centro sottolineato infine l’opportunità per l’Emilia di diventare un importante polo di produzione nella rimodulazione delle catene globali del valore, spostando la produzione dall’Asia all’Europa. Questa tendenza offre un nuovo slancio all’industria manifatturiera emiliana, che si sta già beneficiando di un aumento degli ordini internazionali.