CARLO BONOMI, PRESIDENTE CONFINDUSTRIA
Più soldi in tasca ai lavoratori dipendenti, con una aumento degli stipendi: lo propone Confindustria. Più soldi di quanti ne metta il governo adesso. La proposta arriva da Confindustria e non dai sindacati. A chiedere al governo riforme e un cuneo fiscale, che dia non 200 euro una tantum, ma 1223 euro tutta la vita in più in busta è Carlo Bonomi presidente  di Confindustria. L’aveva anticipato in un intervista alla stampa, ma l’ha ribadito a Cibus, la fiera internazionale dell’industria del cibo, in corso a Parma in questi giorni.
Bonomi era presente per parlare agli operatori di un settore che nel 2021 ha fatturato oltre 155 miliardi con un export di 49, ma si è lasciato andare a commenti sulla bozza del Decreto Aiuti, che il governo ha presentato lunedì. All’indirizzo del governo Bonomi non è tenero. “Dallo scorso settembre abbiamo avanzato, – dice – fino ad oggi inascoltati, una
nostra proposta per mettere più soldi in tasca agli italiani e nello stesso tempo, aumentare la competitività delle imprese. Servono interventi strutturali, e i soldi ci sono, ma serve anche la volontà politica di tagliare il cuneo fiscale“. Dall’associazione di categoria arrivano precise indicazioni.
“Siamo tutti convinti che sia necessario mettere soldi in tasca agli italiani e non prelevarli. – continua il presidente – Io di fronte a una proposta che porta nelle tasche dei lavoratori 1.223 euro in più all’anno fino alla fine della carriera lavorativa mi sarei aspettato di trovare l’accordo di tutti. Così non è stato”. Bonomi ricorda che “Oggi le imprese pagano i due terzi del carico contributivo mentre un terzo è a carico dei lavoratori. Noi proponiamo, in caso di via libera alla riduzione del cuneo contributivo, di invertire questa quota: due terzi ai dipendenti e un terzo alle imprese. Per noi questa è la strada da seguire e non certo quella della detassazione degli aumenti salariali. Da quando io sono presidente dell’associazione sono stati rinnovati i contratti per 4,7 milioni di addetti sui 5,4 delle imprese di Confindustria“.

Sanzioni: “Pronti ad affrontare i rischi”

Il presidente di Confindustria ha avuto occasione di tornare anche sulla questione delle sanzioni e le eventuali ripercussioni per la guerra e la crisi energetica. “Noi, a differenza dei nostri colleghi tedeschi – continua – che hanno contestato le sanzioni sul gas russo siamo ben consci che, se vogliamo veramente colpire la Russia, dobbiamo interrompere il flusso di capitali legato alle importazioni di gas russo.
Ma sappiamo benissimo che adottare questa sanzione e quindi sostenere il nostro governo lealmente in questa decisione è critico per noi, comporta dei rischi e dei sacrifici. Ma noi l’abbiamo detto, siamo disposti a sostenere questi sacrifici ad una semplice condizione, che questo Paese – continua – faccia le riforme, apra finalmente una stagione di quello che noi definiamo riformismo competitivo, cioè faccia quelle riforme che servono a costruire il Paese del futuro, a rendere il Paese
competitivo per il futuro. L’Italia è da venti, trent’anni che aspetta di fare le riforme.
Oggi le risorse ci sono. Non ci sono più scuse per non fare del nostro Paese un Paese moderno, efficiente, inclusivo, sostenibile, per dare risposte alle disuguaglianze”. E invece “i partiti sono già in campagna elettorale come abbiamo visto nella discussione dell’ultima legge di bilancio”. Tra le priorità di queste riforme c’è il taglio del cuneo fiscale: “Si’. È innegabile che famiglie e lavoratori stanno soffrendo, specialmente quelli dai redditi bassi. Il caro dell’energia e delle materie prime ha ridotto i margini per le imprese e il 16 per cento ha già ridotto le sue attività e, se andrà avanti così per ancora qualche tempo un altro 30 per cento taglierà le loro produzioni”.