La giornata dell’otto marzo non poteva che partire con un generale ribasso dei listini delle Borse mondiali. I timori degli investitori sono stati riassunti efficacemente dal presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, che ieri ha annunciato le linee guida che l’istituto seguirà per il resto dell’anno.
Gli effetti del rallentamento dell’economia globale e la rielaborazione al ribasso delle stime di crescita della Bce vengono riassunti da Affari & Finanza di Repubblica che sul sito sottolinea il “tonfo di tutti i listini asiatici su cui pesa anche lo scetticisimo sull’intesa commerciale tra Stati Uniti e Cina sul fronte dei dazi e il pesantissimo calo dell’export (-20,7%) registrato a febbraio.
Sulle borse europee non tira un’aria migliore. L’industria tedesca non cenna a fermare il proprio calo (-2,6% a gennaio rispetto a febbraio; -3,9% rispetto al 2018). Milano cede lo 0,32%, Francoforte segna una perdita del 0,48%, Londra uno 0,64%, e Parigi lo 0,39%.
L’andamento della moneta dell’Eurozona è la cartina tornasole della visione che la Bce ha del prossimo futuro. Non a caso l’Euro ha iniziato a perdere punti a partire da ieri, subito dopo le dichiarazioni di Draghi attestandosi su un valore di scambio di 1,1202 dollari. “Si impenna invece lo yen, tradizionale bene rifugio e quindi oggetto di acquisti massicci”, scrive il giornale economico.