Il commercio internazionale consente alle nazioni di espandere i propri mercati. Grazie ad esso, il mercato globale è più concorrenziale. Ciò si traduce alla fine in prezzi più competitivi e porta a casa del consumatore un prodotto più economico.
Il commercio internazionale è stato fondamentale per la crescita dell’economia globale, nella quale l’offerta, la domanda e i prezzi hanno un impatto e sono influenzati da eventi globali. Un cambiamento politico in Asia, ad esempio, potrebbe causare un aumento del costo del lavoro con conseguente aumento dei costi di produzione per un’azienda occidentale di sneaker con sede in Thailandia, causando un aumento del prezzo al consumatore finale americano o europeo.
Importazioni ed esportazioni
Un prodotto venduto all’estero nel mercato globale è chiamato esportazione e un prodotto acquistato dal mercato globale è un’importazione. Importazioni ed esportazioni sono contabilizzate nella apposita sezione della bilancia dei pagamenti di ogni Paese.
Il commercio internazionale consente ai Paesi ricchi di utilizzare le proprie risorse in modo più efficiente. Infatti ogni Paese è dotato di beni e risorse naturali diverse: terra, lavoro, capitale e tecnologia ecc. Questo consente ad alcune nazioni di produrre lo stesso bene in modo più efficiente, cioè più rapidamente e a costi inferiori. È un processo che si è esteso in maniera esponenziale negli ultimi decenni ma è in atto da molto tempo.
Un esempio classico di specializzazione nel commercio internazionale è quello delle relazioni commerciali fra Inghilterra e Portogallo: il Portogallo aveva ed ha molti vigneti, clima favorevole e know-how per produrre buon vino a basso costo, mentre l’Inghilterra era ed è in grado di fabbricare ottimi tessuti di lana a buon mercato grazie all’ambiente favorevole per l’allevamento di pecore e all’industria tessile. Di conseguenza nel tempo, l’Inghilterra smise di produrre vino — di bassa qualità, con basse rese e quindi costi alti — e il Portogallo smise di produrre tessuti ricavati dalle pecore allevate sui propri magri pascoli. Entrambi i Paesi trovarono vantaggioso e redditizio cessare i loro sforzi per produrre questi beni in casa e, invece, commerciare tra loro per acquisirli.
Vantaggio comparato
Abbiamo visto che per entrambi i Paesi il costo di produrre entrambi i prodotti (vino e lana) sarebbe stato maggiore del costo della specializzazione: grazie al commercio internazionale ogni Paese ha ora accesso a entrambi i prodotti a costi inferiori.
Un esempio contemporaneo di vantaggio comparato è quello della Cina sugli Stati Uniti e l’Europa sotto forma di manodopera a basso costo. I lavoratori cinesi producono semplici beni di consumo a un costo molto inferiore. Il vantaggio comparativo per gli Stati Uniti e l’Europa è invece nel lavoro specializzato e ad alta intensità di capitale. I lavoratori americani ed europei producono beni o servizi sofisticati a costi inferiori.
La specializzazione e il commercio in questo senso avvantaggiano ogni Paese. Tranne quando i costi di produzione non includono costi sociali come l’inquinamento, il mondo migliora quando i Paesi importano beni e servizi che vengono prodotti in modo più efficiente all’estero.
Vantaggio comparato e vantaggio assoluto
Il vantaggio comparato sembrerebbe in contrasto con il vantaggio assoluto, ma in realtà — secondo la teoria del commercio internazionale le cui basi sono state poste da Adam Smith e David Ricardo — anche se un Paese ha un vantaggio assoluto su un altro, può beneficiare della specializzazione del commercio in base al vantaggio comparato. Come? Esportando prodotti in cui il suo vantaggio assoluto è maggiore e importando prodotti in cui il suo vantaggio assoluto è relativamente inferiore (anche se ancora positivo).
Un Paese può essere due volte più produttivo dei suoi partner commerciali nella produzione di abbigliamento, ma se è tre volte più produttivo nella costruzione di aeroplani, trarrà vantaggio dalla produzione ed esportazione di aeromobili e dall’importazione di vestiti. Il suo partner ci guadagnerà esportando vestiti, in cui ha un vantaggio comparativo ma non assoluto, in cambio di questi altri prodotti.
La nozione si estende al commercio di servizi, come la scrittura di codice per computer o i prodotti finanziari. Grazie al vantaggio comparato, il commercio migliora gli standard di vita di entrambi i Paesi. Tuttavia, alcuni sostengono che il commercio internazionale possa essere dannoso per le nazioni più piccole, mettendole in una posizione di maggiore svantaggio sulla scena mondiale.