di Angelica Migliorisi
I giovani, il lavoro, i cambiamenti del mercato occupazionale. Questi alcuni dei temi al centro dell’azione del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro (Cno). In un’Italia dove i professionisti si interrogano sempre più su come reagire ai cambiamenti portati dal repentino sviluppo delle intelligenze artificiali, la ricetta dei Consulenti del Lavoro è anticipare il futuro per poterlo governare con efficacia, coinvolgendo i ragazzi in questa operazione tanto difficile quanto necessaria. Argomenti, questi, scandagliati anche durante il Festival del Lavoro 2023, organizzato dal 29 giugno al 1° luglio al Bologna Congress Center. Ne abbiamo parlato con Rosario De Luca, Presidente del Cno dal 2022.
Presidente, quali saranno le principali tendenze del mondo occupazionale nel prossimo futuro?
Alcune sono già in corso e stanno manifestando i loro effetti. È il caso della digitalizzazione, il cui impatto sull’occupazione si sta dimostrando deflagrante. L’intelligenza artificiale e la robotica stanno riscrivendo il concetto di ‘lavoro’, all’insegna di velocità, produttività, agilità e scalabilità. Molte professioni tra qualche anno saranno un ricordo, soppiantate da robot e algoritmi capaci di prestazioni più rapide ed economicamente sostenibili. Allo stesso tempo, nasceranno altre figure professionali: quella dei supervisori di quei robot, per esempio. Oggi la paura principale è che la maggiore efficienza garantita dalle macchine possa comportare una riduzione della forza lavoro umana impiegata nei processi produttivi. Non è un’ipotesi peregrina, ma la si può evitare anticipando i tempi. Andiamo verso un mondo in cui il cambiamento sarà ‘la nuova normalità’, in cui essere poliedrici e sviluppare uno spirito di adattamento sarà imprescindibile. Vorrei che i giovani entrassero nell’ottica di una formazione continua (long life learning), che sviluppassero competenze trasversali (tecniche, ma anche soft skills), che sappiano orientarsi nei contesti più disparati e fare ordine nella complessità. Dai datori di lavoro, invece, mi aspetto maggiori investimenti nell’upskilling e nel reskilling dei propri dipendenti, in modo da sfruttarne appieno le potenzialità inespresse. Digitalizzazione e formazione sono le due dimensioni che più segneranno il mondo occupazionale nei prossimi anni, per questo per l’edizione 2023 del Festival del Lavoro abbiamo scelto il titolo ‘Competenze e innovazione, il futuro del lavoro’.
Quanto è importante una riforma del lavoro in Italia, alla luce delle transizioni in atto?
È fondamentale per adeguare il Paese alle esigenze del nuovo mercato globale. Il D.L. n. 48/2023 va in questa direzione, basti pensare al tentativo di facilitare l’incontro domanda-offerta di lavoro e, soprattutto, di migliorare il sistema di formazione. Quest’ultimo, a oggi, corre su binari paralleli rispetto a quello dell’occupazione, senza mai incrociarlo. Oltre a ciò, alcune facoltà universitarie non formano giovani occupabili: bisognerebbe puntare di più sugli Its e sulla preparazione tecnica perché è ciò che il mercato oggi richiede, oltre a laureati in Stem.
Fenomeni come la Great Resignation hanno reso evidente come i lavoratori non siano più disposti a rinunciare al benessere per uno stipendio alto. Come devono reagire le aziende?
Le imprese devono comprendere che a determinare la nuova organizzazione del lavoro è il capitale umano. Ormai il work-life balance è una prerogativa imprescindibile per i lavoratori e la pandemia non ha fatto altro che accelerare questa tendenza. L’esperienza ha convinto i Consulenti del Lavoro che la soluzione per un maggiore equilibrio vita-lavoro non sia lavorare di meno (nonostante siano in molti a invocare la settimana corta come la panacea di tutti i mali, una ricerca della Fondazione Studi dimostra come la sua introduzione avrebbe un impatto negativo sul costo del lavoro), bensì lavorare meglio, attraverso l’adozione di un welfare aziendale personalizzato, che tenga conto delle esigenze differenziate dei lavoratori: alcuni hanno figli piccoli, altri sono single, altri ancora abitano lontano dal luogo di lavoro. Dipendenti diversi implicano necessità diverse: c’è chi preferirebbe asili nido gratuiti, chi buoni pasto giornalieri, chi un parcheggio interno all’azienda. Soddisfare ognuno di questi bisogni può fare la differenza in termini di benessere: per i dipendenti, che vedrebbero concretizzate le loro necessità; per i datori di lavoro, che avrebbero a disposizione impiegati più motivati, con benefici anche per la produttività. Aspetti, questi, che sono stati oggetto di ampie discussioni e confronti durante il Festival del Lavoro. Per tutte queste ragioni è fondamentale predisporre incentivi al welfare aziendale, con un occhio di riguardo alle Pmi, oggi ancora in difficoltà nell’implementazione di misure simili perché timorose che possano rappresentare un costo aggiuntivo.
Il mercato del lavoro è anche protagonista di pratiche illegali (es. caporalato). Come avvicinare i ragazzi alla legalità?
È un tema su cui la nostra Categoria si è interrogata per anni, consapevole di quanto fosse importante formare i giovani al valore della legalità. Per raggiungere quest’obiettivo abbiamo scelto, oltre ai tradizionali incontri nelle scuole e alla collaborazione con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, un videogioco. Questo perché volevamo arrivare a loro nel modo più semplice e diretto possibile, parlando la stessa lingua. GenL nasce qui e nel 2023 ha assunto persino un carattere sovranazionale: nei mesi scorsi, infatti, lo abbiamo presentato al Comitato Economico e Sociale Europeo a Bruxelles. Inoltre, abbiamo lanciato agli altri Stati membri una sfida: nel 2024 ogni Paese indicherà il suo vincitore, che condividerà con gli altri la propria idea di lavoro etico. A partecipare, per l’Italia, sarà il miglior classificato nel 2023, premiato in occasione del Festival del Lavoro con un viaggio a Bruxelles presso le istituzioni europee. Insomma, quello che, come Categoria, abbiamo cercato di fare è stato avvicinare i futuri lavoratori all’idea di un mondo occupazionale sano, fatto di sacrifici, ma anche di giustizia e rispetto, così da poterla riprodurla in concreto una volta adulti.
Da questo mese, i lavoratori percepiranno gli effetti sulle buste paga del taglio del cuneo fiscale e previdenziale, introdotto dal D.L. n. 48/2023. Come giudica questo intervento?
È una risposta concreta – anche se parziale – a uno degli annosi problemi dell’Italia: gli stipendi bloccati ormai dagli anni Novanta. Infatti, ridurre il costo del lavoro per le aziende consente di favorire l’occupazione; al contempo, un taglio della tassazione per i lavoratori incrementa le loro disponibilità economiche. La misura, in particolare, ha effetti soprattutto sui redditi più bassi (lo sconto per i redditi lordi annui da lavoro dipendente fino a 25.000 euro è pari al 7%), che dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 possono beneficiare di un aumento in busta paga fino a 100 euro mensili e fino a 1800 euro in un anno. In un contesto di inflazione galoppante, il taglio del cuneo fiscale e contributivo era un intervento da attuare con urgenza, richiesto a gran voce da ogni comparto produttivo per rilanciare l’occupazione e la competitività delle nostre imprese. Introdurlo ha significato dare un senso di visione e strategia inclusiva a un mondo occupazionale ormai sempre più liquido e frammentato. Ora va esteso anche alle imprese.