Chini (Confimi): “Il rinnovodei contratti, chiave anticrisi”

 
 
“Nonostante il blocco dei licenziamenti, a causa della pandemia abbiamo perso oltre 400mila posti di lavoro per il mancato rinnovo dei contratti a termine. Quindi occorre prorogare la deroga introdotta nel decreto Rilancio sul rinnovo dei contratti a termine senza l’indicazione delle causali, per consentire alle imprese di cogliere le opportunità di mercato in un momento di grande incertezza economica e di offrire a lavoratori e lavoratrici un contratto che, seppure a termine, ha tutte le tutele e i diritti”: lo ha detto la sottosegretaria al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Francesca Puglisi è intervenuta al recente Digital Debate organizzato da Consenso Europa – Business Unit del Gruppo Hdrà dedicata a public affairs e comunicazione strategica – e intitolato alle Politiche del lavoro per la ripresa del Sistema Paese.
Il dibattito è stato introdotto da Alessandra Sardoni, giornalista e conduttrice del TGLA7, e a prendere parte a quella che è stata definita dai partecipanti come una preziosa occasione di confronto diretto tra il mondo del lavoro, quello delle imprese e le Istituzioni, numerosi rappresentanti di organizzazioni sindacali e datoriali, e associazioni di imprese e lavoratori attivi in tanti e diversi settori, dalla pubblica amministrazione alla scuola, dal commercio ai trasporti.
A prendere la parola, tra gli altri, Riccardo Chini, presidente di Confimi Impresa Meccanica (Confederazione dell’Industria Manifatturiera e dell’Impresa meccanica), che ha richiamato l’attenzione sulla gravità dell’attuale contingenza economica: “La situazione è seria. Serve la responsabilità di tutti, anche sul rinnovo dei contratti”. Lo sblocco dei rinnovi contrattuali, infatti, insieme ai prossimi interventi legislativi già previsti dal Governo “può costituire un volano utile per la ripresa di tutto il sistema economico”.
Durante l’emergenza COVID-19, ha argomentato Chini, “il ruolo dei corpi intermedi è stato di fondamentale importanza per supportare l’implementazione delle politiche messe in campo dal Governo e per la gestione dei processi aziendali. La nostra categoria in questo momento si trova in una fase molto delicata, che vede da una parte il sostegno alle aziende in difficoltà e, dall’altra, la costruzione di proposte utili al rilancio del settore manifatturiero. In particolare, la nostra Confederazione è impegnata nel rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro della piccola e media industria manifatturiera metalmeccanica e dell’installazione di impianti, scaduto il 31 maggio 2019 e attualmente in regime di ultrattività.
Per questo riteniamo che lo sblocco dei rinnovi contrattuali, congiuntamente ai prossimi interventi legislativi già previsti dal Governo (irpef, redditi di emergenza, ammortizzatori sociali) possa costituire un volano utile per la ripresa di tutto il sistema economico. La nostra categoria intende continuare a perseguire il modello di relazioni industriali avanzate, impostato a partire dal 2013, che ha permesso di introdurre istituti normativi innovativi tramite una negoziazione non vincolata da automatismi inflattivi e non limitata temporalmente alle fasi di rinnovo contrattuale”.
Chini ha poi elencato una serie di interventi che dovrebbero connotare una programmazione nel breve, medio e lungo termine che non si limiti esclusivamente a un ulteriore blocco dei licenziamenti, con il conseguente rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, ma a sviluppare politiche attive del lavoro. “Siamo preoccupati come imprenditori – ha detto – per quello che può accadere nella seconda parte del 2020, quando saremo chiamati, a contare i danni provocati dalla pandemia e soprattutto a verificare la ripresa del mercato interno ed internazionale. Per questo è necessario un patto con lo stato, per supportare interventi a sostegno della economia domestica per dare respiro e lavoro alle imprese”.
E le proposte sono:
·      Sostenere l’automotive, favorire investimenti pubblici, insieme al processo di semplificazione, sono condizione necessarie per la ripresa.
·      Favorire nuove intese per la gestione delle crisi aziendali, in particolare attraverso l’individuazione/incentivazione di percorsi negoziali indirizzati a salvaguardare l’operatività delle aziende e la piena occupazione dei lavoratori. con la possibilità di intervenire, laddove possibile, con le forme di ammortizzatori sociali concretamente attivabili.
·      Incentivare gli strumenti di assunzione del personale.
·      Organizzare e distribuire gli orari di lavoro, garantendo maggiore flessibilità di utilizzo dei medesimi nei periodi di emergenza.
·       Sostenere la derogabilità in ottica di maggior flessibilità a tutela dell’occupazione della normativa in materia di contratti a termine, in coordinamento con il contratto Socrate.
·       Valorizzare e incentivare, anche ai fini della gestione delle crisi aziendali, tutte le possibilità previste dalla Contrattazione di secondo livello.
·       Rafforzare tutti gli strumenti contrattuali idonei a favorire sia politiche di inclusione – attraverso l’istituzione di percorsi formativi incentivati anche per l’introduzione di nuove professionalità all’interno delle aziende – sia percorsi di uscita, anche attraverso la gestione della staffetta tra lavoratori, in tutte le situazioni in cui è necessario favorire la collocazione dei lavoratori verso la pensione o verso diverse possibilità occupazionali. 
·       Favorire l’utilizzo dei servizi pubblici e privati, anche attraverso idonee intese territoriali che individuano quelli maggiormente accreditati a svolgere adeguati periodi di formazione e riqualificazione, tenuto conto altresì delle esigenze in materia dettate dall’evoluzione delle diverse situazioni di necessità, anche di natura sociale e sanitaria.
·       Incentivare la costruzione di piattaforme welfare nazionali e territoriali in grado di rispondere alle reali esigenze dei lavoratori, non esclusivamente con elencazione di servizi prefissati, ma modulabili in base alle esperienze aziendali e territoriali e con regolazione ed esercizio dei diritti di cui un lavoratore gode considerata la sua appartenenza alla collettività contrattuale. Prevedere infine la possibilità che la piattaforma welfare assuma un ruolo di ampia portata in termini di distributore di servizi per i lavoratori, anche in relazione al periodo di ricorso agli ammortizzatori sociali.