fisco riforma
MAURIZIO LEO VICEMINISTRO MEF

Una retromarcia frutto delle paure innescate dal pronunciamento di Eurostat sul rischio prosciugamento delle Casse dello Stato? Dai conteggi del Tesoro che hanno fissato a 105 miliardi di euro l’asticella degli sconti in fattura praticati finora? O dei 6 miliardi di frodi perpetrate negli ultimi due anni dai “furbetti del cantierino”?

Cessione crediti superbonus, perchè lo stop del Governo

I motivi potrebbero essere tanti – non ultimo la spinta che la corsa folle (e senza negoziazione, tanto paga Pantalone!) all’acquisto di pompe di calore, caldaie e condizionatori ha dato all’inflazione – e al momento non si sa quale sia stato l’input decisivo che ha portato il Governo ad assumere una decisione così impopolare come quella di mettere uno stop alla cessione dei crediti legato ai bonus edilizi sulla casa.

Forse, semplicemente a Palazzo Chigi avranno realizzato cosa è successo alle banche le quali, a furia di acquisti e sconti in fattura, hanno esaurito da mesi ormai la capienza fiscale e presto pagheranno i loro debiti al fisco proprio usando quei crediti e senza versare un centesimo allo Stato che «con i bonus che non sono moneta» (Giorgetti dixit) poco ci fa.

Maurizio Leo, MEF: «è solo per Cila post 31.12.2022»

Fatto sta che il pastrocchio ormai è bello che fatto (ma da due anni almeno, non certo da oggi) ed inevitabile è arrivata la levata di scudi unanime dal mondo edilizio con tutto il suo indotto – costruttori, aziende, professionisti, lavoratori – ma anche da parte dei (tanti, tantissimi) cittadini che pensavano di poter accedere ancora agli incentivi dei superbonus.

Ma forse non tutto è perduto, perchè tra le pieghe del provvedimento approvato ieri in Consiglio dei Ministri e che dovrà passare dal vaglio del Parlamento a salvare il salvabile ci sarebbe la clausola secondo la quale “per tutti i crediti e i lavori derivanti da Cila presentate entro il 31 dicembre 2022 viene mantenuta la possibilità di cessione individuando la data del 31.12.2024 come termine ultime per la chiusura lavori”.

A garantirlo è il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, meloniano di ferro, che ieri lo ha assicurato in un apposito incontro all’associazione “Valore Impresa”, un network di aziende e professionisti. Dunque, stando a quanto Leo avrebbe assicurato al presidente di Valore Impresa, Gianni Cicero, la possibilità di cessione dei crediti decade in realtà solo per i lavori con Cila presentate dopo il 31 dicembre 2022.

Valore Impresa: assicurazioni sullo sblocco del mercato

«Il Vice Ministro alla nostra specifica domanda sulla sussistenza futura dei bonus e sullo sblocco dei crediti incagliati è stato molto chiaro» riferisce Cicero aggiungendo che da parte di Leo c’è stata piena apertura sulla ripartenza del mercato delle cessioni.

«Le banche, gli intermediari finanziari e i soggetti privati che acquisteranno i crediti saranno tutelati da addebiti della cosiddetta “colpa lieve” colpevolizzando il dolo e la truffa e ciò dovrebbe far ripartire il mercato delle cessioni derivate da crediti maturati da lavori con Cila ante 31 dicembre 2022» spiega ancora ad Economy il presidente di Valore Impresa che non risparmia, in ultima analisi, un commento sul can can mediatico di queste ore: «Su tutti i giornali viene riportata la decisione del Cdm di porre fine alla cessione dei crediti soprattutto quelli legati ai bonus casa, eco e sismabonus, ma bisogna stare attenti a saper leggere le notizie nei contenuti e non nei titoli. La situazione è delicata e serve massima attenzione».