William Gobbo

Nel gergo finanziario, gli unicorni sono quelle (rare) startup che seppur non ancora quotate, hanno già raggiunto una valorizzazione superiore al miliardo (di dollari). Ebbene, Sealence – la start-up fondata sette anni fa da William Gobbo (nella foto in alto) per brevettare e sviluppare il motore elettrico idrogetto più prestazionale e innovativo del mondo, a fine 2021 valeva già 260 milioni di euro. Ovvero, in un comunicato di fine anno Sealence ha potuto annunciare un’operazione di conversione di warrant ed altri strumenti che, al di là dei tecnicismi, hanno portato in cassa circa 1,2 milioni di euro, dal che si evince che la valorizzazione della startup ha superato i 260 milioni di euro (attestandosi per la precisione a quota 261,2 milioni).

Sembrerebbe che il traguardo per trasformarsi in un unicorno sia ancora lontano, ma approfondendo il tema si scopre che in realtà la Sealence nel 2019 aveva fatto la sua prima operazione di funding al valore di 5 milioni di euro e nel 2020, anno in cui si è anche trasformata in spa ed in società benefit, aveva fatto un secondo round al valore di 33,5 milioni di euro.

Quello che appare subito evidente è che chiunque avesse investito solo 24 mesi fa in questa startup italiana, oggi si troverebbe un capitale rivalutato di ben 52 volte, ed anche se guardassimo solo 12 mesi fa, il risultato sarebbe di un altrettanto stupefacente moltiplicatore di quasi 8 volte.

Se alla luce di questi calcoli si ritorna a pensare al possibile destino di unicorno di Sealence, be’: potrebbe essere molto più vicino di quanto ci si aspetti, e potrebbe essere Italiano!

La crescita dell’azienda ha in effetti dell’incredibile. Si è basata su una serie rapidissima ed inarrestabile di risultati tecnici e di accordi commerciali o industriali che, una volta annunciati dal Ceo, sia pur nel suo modo un po’ understatment d un po’ riservato di fare, hanno sempre trovato poi puntualmente riscontro nella realtà ed è questa credibilità costruita negli anni che sta facendo impennare le performance della Sealence, oltre ad un brevetto riconosciuto in 52 Paesi al mondo per un’innovazione tecnologica “disruptive” come quella dei jet navali elettrici DeepSpeed.

Non a caso, quella di Sealence è una storia che Economy sta seguendo da due anni, l’ultima volta nel dicembre del 2021, quando Gobbo annunciava un’importante partnership industriale in arrivo. Puntualmente, dopo qualche settimana, è uscito un comunicato stampa a nome di Fiat Powertrain Technologies (Iveco Group) che annunciava la sua presenza al Ces di Las Vegas, dove avrebbe esposto nel suo grande stand la tecnologia sviluppata per la famosa Nikola Motors oltre a, guarda caso, proprio uno dei powertrain di Sealence dove faceva mostra di sé un bellissimo jet DeepSpeed, per l’occasione in livrea bianca.

È in generale rischioso parlare del destino delle startup, che per definizione è incerto, ma almeno fino ad oggi possiamo ben affermare che chiunque abbia investito nella Sealence, probabilmente, rischia di aver fatto l’affare della sua vita.

È di qualche giorno fa poi l’annuncio che la Sealence sta lavorando ad un nuovo convertendo da 30 milioni di euro, dopo che il precedente emesso nel 2020 è andato esaurito nel giro di 4 giorni, che dovrà sostenere il piano di sviluppo della startup in attesa dello sbarco sul Nasdaq previsto entro il dicembre 2023.