Festa della mamma: chi l'ha detto che debba essere un solo giorno?

«Mo’ parto e vado a Zurigo». ogni mattina c’è un noto imprenditore campano che saluta la  moglie così, prima di recarsi in ufficio. Ma poi non prende un aereo: percorre una trentina di chilometri in auto e, dal centro di Napoli, arriva a Nola, al Cis, acronimo di Centro Ingrosso Sud. Perché questi 5 milioni di metri quadrati che ospitano 300 aziende, per lui, sono come la Svizzera. E non ha tutti i torti. I 48 chilometri di strade interne sono pulite e senza buche, cento persone che si occupano di sicurezza, i servizi ci sono e funzionano.  «È come un’enclave» spiega Claudio Ricci, amministratore delegato di Cis e di Interporto di Nola. «Non ci sono reati. Le persone normalmente, dopo aver parcheggiato, non chiudono neanche l’automobile, tanto non succede mai niente. Non c’è criminalità organizzata e chi viene condannato penalmente perde il diritto a restare dentro. È un terreno fertile per far crescere le imprese».

Un paradiso, insomma…

Senta, io sono nato a Napoli, ma l’avevo lasciata nel 1987 e ho sempre lavorato altrove fino al 2017, quando ho accettato di diventare il Cfo del Cis. Tornando mi sono reso conto che questa realtà è un unicum che ha già alle spalle una storia di successo molto interessante e può continuare a crescere, come ha sempre fatto.

È una sorta di distretto?

Di più, perché il distretto sono aziende che lavorano una accanto all’altra perché hanno in comune l’area geografica di insediamento e il settore di attività. Inoltre il distretto è tutto volontaristico. Il Cis, invece, ha una struttura societaria che coordina le attività, le promuove, le realizza.

Nell’area si realizza il 15% di tutto il prodotto interno lordo della campania, grazie alla condivisione di spazi e servizi tra le aziende

Allora somiglia molto a un coworking?

Ha capito perfettamente. Gestiamo i servizi comuni, costruiamo opportunità e soprattutto cerchiamo di creare un clima ideale per fare business.

Ma come funziona?

Diamo spazio e servizi agli imprenditori.

Mi spieghi.

Le aree commerciali, quelle industriali, gli uffici vengono dati in leasing alle imprese che ne fanno richiesta, ma diventano di proprietà e si possono avere anche in affitto sia nel Cis che nell’interporto. Insieme al luogo fisico diamo anche un ambiente pulito e una serie di servizi.

Quali?

Fare l’elenco sarebbe difficile. Le dico solo che ci sono sette sportelli bancari e ospitiamo decine di professionisti. Poi c’è una caserma della Polizia di Stato, una della Guardia di Finanza, un sistema di videosorveglianza e un controllo costante del territorio. La raccolta dei rifiuti, l’illuminazione delle strade, le manutenzioni, l’organizzazione di eventi, i rapporti con le sistituzioni…

E funziona?

Direi di sì, visto che in questi spazi si realizza il 15% di tutto il Prodotto interno lordo della Campania.

Tutto bene allora?

Un problema ce lo abbiamo.

Finanziario?

Quelli li abbiamo avuti, ma ormai sono ormai alle spalle. Abbiamo firmato un accordo di ristrutturazione del debito con le banche nell’aprile 2017. E lo stiamo onorando più velocemente del previsto.

Allora quale problema avete?

Abbiamo una importante storia alle spalle, 300 aziende, alcune delle quali anche molto note, 90 settori commerciali, sei chilometri di vetrine visitate da 20 operatori commerciali al giorno, un milione di metri quadri di superficie complessiva coperta. Insomma, una struttura impressionante che però, rispetto a quello che è, ha ancora poca visibilità.

Non dovrebbe essere difficile rimediare.

Abbiamo già avviato il processo di rinnovamento con l’obiettivo di valorizzare il marchio, l’offerta di servizi più innovativi come i progetti on line e l’immagine del Cis. E dall’altra migliorare i luoghi fisici per offrire alle aziende un ambiente e un clima ancora più adatto a far crescere il business.

Qualche esempio?

Siamo i primi ad avere uno sportello dell’assessorato regionale al lavoro interno per rendere più facile i rapporti con la pubblica amministrazione in questo settore. Abbiamo avviato rapporti con nuovi partner e una relazione con il ministero degli Esteri, grazie alla quale abbiamo già fatto parte delle delegazioni ufficiali invitate dalla Farnesina agli eventi ufficiali. Una delegazione cinese è venuta a Nola per vedere cosa siamo e come lavoriamo. Organizziamo occasioni di incontro tra imprenditori e ospitiamo gruppi di buyer che vistano le nostre aziende.

Servizi per aziende che da una parte fanno fronte comune e dall’altra competono…

Per noi è l’uovo di Colombo.

E l’interporto?

È una realtà contigua al Cis, ma è diversa, autonoma e non secondaria.

Cioè?

È un’impresa complessa  che, oltre a godere di una posizione invidiabile tra due autostrade e una linea ferroviaria, a due passi dal porto di Napoli, è in grado di erogare tutti i servizi di trasporto anche perché è l’unico interporto in Italia che dispone di una stazione ferroviaria interna. Poi ha una Dogana, un terminal intermodale di 225 mila metri quadrati e un polo del freddo da 200 metri cubi. E abbiamo un’impresa ferroviaria, Interporti servizi Cargo che è la più grande impresa del settore dopo quella di Ferrovie dello Stato. Per ora nell’interporto sono presenti circa 200 operatori che occupano oltre 350.000 metri quadrati di magazzini logistici. ma ci sono grandi spazi di crescita.

In che modo?

Da una parte con l’inquadramento nella Zona Economica Speciale, Zes. Se il Governo continua a crederci e se verrà potenziata, oltre  portare benefici per tutta la Regione, nei prossimi anni anche l’interporti potrà affrontare una nuova fase di crescita.

E dall’altra?

Con l’innovazione. Per esempio, la nostra società ferroviaria sarà il primo operatore in Italia a far viaggiare i megatrailer su ferro. Finora era possibile far viaggiare i container, ma non gli interi rimorchi che sono molto più grandi. Abbiamo comprato una locomotrice apposta e il servizio partirà da ottobre di quest’anno.