bollette gas

Il caro gas – 265 euro a megawattora nella giornata del 23 agosto 2022 – preoccupa il governo italiano con Mario Draghi che ha convocato a Chigi un tavolo di tecnici per comprendere se si tratti soltanto di un fenomeno speculativo passeggero o di rialzi strutturali. Il vero pericolo è che con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno possa diventare sempre più difficile per l’Italia far fronte al caro gas, con diverse ipotesi di intervento poco confortevoli come quella del razionamento. Si tratta di un rischio concreto per il nostro Paese? Proviamo a capirlo.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.



Caro gas: rischio razionamento in Italia?

“I recenti aumenti dei prezzi delle fonti energetiche determinano ulteriore preoccupazione – ha detto Roberto Garofoli, braccio destro di Draghi, al Meeting di Rimini – Il governo continuerà nelle prossime settimane a monitorare questa situazione e a muoversi sul solco tracciato dal Capo dello Stato al momento dello scioglimento delle Camere”. L’esecutivo mostra dunque attenzione al tema del caro gas, con possibili interventi nelle prossimo periodo per calmierare, ancora, i prezzi.

Si guarda, nelle specifico, a quello che potrebbe avvenire ad ottobre, quando il nuovo governo dovrà ancora insediarsi e le bollette subiranno una forte risalita. È infatti in quel mese che si avrà l’aggiornamento trimestrale delle tariffe da parte dell’Autorità dell’energia (Arera), con l’ipotesi di un raddoppio dei costi per i consumatori che non sembra impossibile.

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C’è poi il tema del razionamento del gas. Il governo ha più volte spiegato che verrà messo in atto solo nel momento in cui dovesse scattare il terzo livello di emergenza – al momento ipotesi considerata dall’esecutivo come fortemente lontana -. In caso di razionamento verrebbero prese delle misure drastiche con la temperatura dei termosifoni che andrebbero ridotte di due gradi, così come ad essere ridotto sarebbe il loro orario di utilizzo. E ancora, i comuni dovrebbero ridurre l’illuminazione pubblica fino al 40% dei consumi totali, con l’ipotesi più estrema della chiusura anticipata degli uffici pubblici e dei negozi, con i locali pubblici potrebbe dover abbassare la saracinesca alle 23.