Empty cup of black coffee and 5 euro bank note on a table of outdoor cafe in Paris, France

Il caffè degli italiani è sempre più “salato”. Pochi centesimi di aumento per la classica tazzina di espresso consumata al bar, ma che a fine anno incidono sui portafogli e sulla spesa degli italiani. E proprio l’andamento dei listini dell’espresso può rappresentare oggi più che mai il termometro per misurare cosa stia accadendo in Italia sul fronte dei prezzi al dettaglio.

Al nord si beve il caffè più caro, in testa Bolzano

I dati arrivano da una indagine del Codacons che ha messo a confronto i prezzi del caffè praticati in Italia prima dell’avvento del caro-bollette e quelli attuali. Lo studio dell’associazione dei consumatori (basato sui dati Mise aggiornati a febbraio) evidenzia come siano ben 25 le province i cui bar applicano un prezzo medio del caffè superiore a 1,10 euro: Bolzano, Rovigo, Ravenna, Vicenza, Trento, Ferrara, Padova, Cuneo, Alessandria, Torino, Udine, Gorizia, Trieste, Rimini, Pordenone, Modena, Sassari, Lecco, Brescia, Bologna, Venezia, Pescara, Forlì, Treviso e Firenze.

Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Friuli le regioni italiane dove i prezzi dell’espresso risultano mediamente più elevati. Al Sud Italia i listini registrati sono invece più bassi e, in molte città del Mezzogiorno, inferiori a 1 euro a tazzina – rivela lo studio Codacons.

Bolzano è la provincia che vanta il prezzo medio del caffè più elevato, pari a 1,23 euro. Al secondo posto in classifica, con una media di 1,20 euro, si piazzano Rovigo e Ravenna. Seguono a 1,19 euro Vicenza, Trento e Ferrara.

Pescara, in 6 mesi espresso aumentato di 0,12 euro

Analizzando nel dettaglio come sono cambiati i prezzi del caffè al bar da settembre 2021 (prima cioè dei maxi-aumenti delle tariffe di luce e gas scattati prima ad ottobre 2021, e poi a gennaio 2022) ad oggi, si scopre che l’aumento più pesante si è registrato a Pescara, città dove il prezzo medio dell’espresso è passato da 1 euro a 1,12 euro, con un rincaro del +12%. Seguono Alessandria (+11,3%, da 1,06 a 1,18 euro) e Ravenna (+9%, da 1,10 a 1,20 euro). Unica città che in base all’indagine dell’associazione registra un decremento è Trento (da 1,22 a 1,19 euro, -2,5%).

Il Codacons si sofferma poi sulle cause che hanno determinato i rincari, addebitando al caro-bollette la responsabilità della crescita dei listini: per l’associazione dei consumatori i maggiori costi energetici in capo ai pubblici esercizi hanno reso inevitabile l’aggiornamento dei prezzi al pubblico.

E se pochi centesimi di aumento possono sembrare una inezia, c’è da considerare che ogni anno gli italiani consumano nei bar circa 6 miliardi di espressi e cappuccini, generando un giro d’affari di 6,6 miliardi di euro.