La borsa italiana ha appena chiuso in rosso, con segno negativo: -1,32. Una tendenza che si era già delineata in giornata e che si allinea agli altri listini europei.
Una giornata particolare e difficile anche per l’ammiraglia Francoforte, segno evidente che la crisi sta colpendo il motore dell’economia europea: la Germania.
Borsa italiana: chi sale e chi scende
Tra i titoli italiani si segnala il crollo di De’ Longhi e Wiit che in giornata sfiorano il -4%, dato superato da Alerion Clean Power. In caduta libera Leonardo: -3,36%. Fatica Telecom Italia, che la spunta con un +0,58, fresca di accordo proprio con Leonardo, Sogei e Cassa Depositi e Prestiti per l’affidamento in concessione dell’infrastruttura Polo Strategico Nazionale (PSN): un passo importante per l’Italia Digitale e i servizi cloud al servizio della Pubblica Amministrazione.
Le azioni più performanti sono quelle a media capitalizzazione come il gruppo Caltagirone SpA (+2,76%), Danieli (+3,37%), GVS (+2,16%) e Datalogic (+2,74%).
Spread in salita
Lo spread riprende a salire con ulteriori conseguenze sulle tasche di famiglie e imprese e rialzo degli interessi, proprio come abbiamo illustrato nell’approfondimento circa la fuga degli investitori esteri e i possibili rischi per il debito pubblico italiano e i titoli di Stato Btp (per rileggere clicca qui).
Bonomi chiede una politica di razionamento
A fare da contorno ai mercati finanziari di oggi, le dichiarazioni allarmanti del presidente Confindustria Carlo Bonomi, il quale invita a intervenire per fermare la crisi energetica che peserà sull’industria e sulle imprese italiane. Con 4 miliardi di metri cubi di gas in meno dalla Russia, i prezzi continueranno a salire e bisognerà ripensare, secondo Bonomi, a una politica di razionamento (clicca qui per capire cos’è il razionamento e come funziona). A rischio migliaia di posti di lavoro e i conti delle famiglie e delle medie e piccole imprese.
Termosifoni spenti a novembre
Gli fa eco il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani che, a proposito del gas, del caro energia e caro bollette, annuncia che da ottobre prossimo, in tutti gli edifici pubblici e privati, i termosifoni dovranno funzionare un’ora e un grado in meno. Si pensa anche di spegnere i caloriferi a fine novembre.
C’è grande attesa per il nuovo decreto da approvare nel Consiglio dei Ministri a guida Draghi per calmierare gli aumenti delle bollette. Sarà approvato la settimana prossima ma ci sono già scintille all’interno dell’esecutivo, anche per i mancati introiti di tasse dagli extraprofitti (qui per capire cosa sta succedendo e il caso Eni).
Insomma, sarà un autunno caldo, ma non in casa, dove rischiamo di tenere i caloriferi spenti. Gli ulteriori aumenti previsti in bolletta faranno passare pure i brividi di freddo.