Mentre la protesta degli studenti italiani contro il caro affitti sta crescendo ogni giorno di più il governo ha deciso di sbloccare 600 milioni di euro e di destinarli a combattere la carenza di alloggi universitari con canoni di locazione alla portata di tutte le tasche. L’obiettivo da raggiungere è quello di oltre 52.500 nuovi posti letto da destinare agli studenti, secondo le intenzioni della ministra all’università Anna Maria Bernini, il cui ministero sta per pubblicare la manifestazione di Interesse, rivolta agli enti pubblici che hanno immobili in disuso che potrebbero diventare studentati. Dal momento della pubblicazione, Comuni, Città metropolitane, Regioni e tutti gli altri enti potranno presentare entro 60 giorni le schede di caserme, palazzi, conventi che potrebbero essere riconvertiti. Dopodiché il ministero provvederà a pubblicare un bando per le imprese che si candidano a ristrutturare e poi gestire quegli immobili. La discriminante per l’assegnazione sarà il numero più alto di posti letti destinati agli studenti, purché l’offerta economica sia compatibile con le risorse a disposizione. L’obiettivo è completare tutti i lavori entro tre anni.
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Iniziata la collaborazione con i sindaci delle grandi città per combattere il caro affitti universitario
La prima risposta positiva alla proposta è arrivata dai sindaci dei grandi centri italiani, che sono tra i più interessati dal caro affitti, anche a perché vi hanno sede le università. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha già fissato un incontro con la ministra del turismo. Intanto sono gli studenti stessi a dare una fotografia della situazione. Il Consiglio nazionale degli studenti, nel suo ultimo rapporto, parlava di 764.146 fuorisede, a fronte di 36.478 alloggi, una copertura di appena il 4,77%. Ma «non sappiamo quanti fuorisede abbiano realmente bisogno economicamente di un alloggio pubblico», ammette la presidente Alessia Conti. Secondo una stima dell’Unione degli universitari, «uno studente su due dichiarato idoneo» non beneficia di un alloggio». La situazione è comunque grave e richiede quindi un intervento.