Carni suine, dopo otto anni si allenta la morsa Ue con la Sardegna?

Dopo otto anni di embargo potrebbero terminare nel prossimo ottobre le restrizioni dell’Unione europea nei confronti della Sardegna per quanto riguarda l’esportazione delle carni di suino e dei suoi derivati, dovuti all’imperversare della Peste suina africana. È quanto è emerso dai lavori del convegno “L’ultimo miglio-sconfiggere definitivamente la Peste suina e costruire una nuova filiera”, organizzato dalla Coldiretti Sardegna e tenutosi di recente a Cagliari. Ai lavori hanno partecipato fra gli altri il direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna (Izs), Alberto Laddomada, il coordinatore unico dei veterinari pubblici della Sardegna, Francesco Sgarangella, nonché la neo assessora all’Agricoltura della Regione Sardegna, Gabriella Murgia.

E da parte di Laddomada c’è ottimismo sul fatto che a breve la Ue si pronunci positivamente per la riapertura del mercato fuori dai confini isolani dei suini allevati in Sardegna. “Un via libera che arriverebbe dopo anni di lotta all’imperversare degli allevamenti illegali nell’isola, come dimostrano i numerosi casi di depopolamento portati avanti negli ultimi anni in collaborazione con la Regione Sardegna – ha detto Laddomada – e in un momento in cui nel mondo c’è una crescente richiesta di carne suina e quindi il fatto di aver (quasi) vinto la battaglia contro la Peste suina africana, potrebbe giocare proprio a favore degli allevatori dell’isola”.

Secondo i dati forniti dalla Coldiretti Sardegna la Psa in 40 anni ha quasi cancellato il comparto suinicolo dell’isola. Solo negli ultimi 8 anni, da quando l’11 novembre 2011, la Comunità europea ha nuovamente istituito il divieto assoluto di far varcare i confini dell’isola di qualsiasi prodotto a base di carne suina sarda, in Sardegna si allevano la metà dei suini (-48,5),-14,6% tra il 2017 e il 2018. Da qui la quasi certezza che a ottobre arrivi la revoca dell’embargo.