Secondo l’ultimo report di PwC sulle prospettive del settore wealth & asset management, che ha intervistato circa 250 investitori istituzionali internazionali, il 90% degli operatori ritiene che l’uso di tecnologie dirompenti, ed in particolare big data, intelligenza artificiale e blockchain, porterà a risultati e rendimenti migliori del proprio portafoglio. Ma, nonostante gli alti investimenti, questa area rimane tra le più sfidanti per gli asset manager. La tecnologia sta già rivoluzionando molti aspetti del settore: dal supporto nelle scelte di investimento all’offerta di servizi disegnati sui bisogni della clientela, dall’intelligenza artificiale generativa nel middle e back office, alla consulenza robotica. Grazie al tasso di cambiamento tecnologico, i margini di innovazione e digitalizzazione rimangono ancora ampi.
Per cogliere questo potenziale Generali Asset & Wealth management, tra i maggiori operatori con 507 miliardi di euro in asset gestiti, ha avviato un anno fa il progetto “Digital Minds”. L’obiettivo è cogliere le opportunità della trasformazione digitale lavorando sul capitale umano e sulla cultura dell’innovazione: «L’innovazione rappresenta un pilastro strategico per la crescita futura, permettendoci di creare relazioni ancora più efficaci e vicine ai bisogni dei clienti e di trasformare i nostri processi di business», ha commentato Emiliano Di Giammatteo, Chief Operating Officer di Generali Asset & Wealth Management.
Guidato da Maurizia Cecchet, Chief Human Capital & Transformation Officer, il team Human Capital ha disegnato il programma avviando un percorso di acquisizione di competenze digitali aperto a tutti i dipendenti – chiamato “Foundation program”. Queste competenze sono state poi messe in pratica con “Digital Minds in Action”, momento in cui tutti i colleghi hanno potuto proporre soluzioni per rendere sempre più efficienti i servizi offerti. Sono state sottoposte 80 proposte di innovazione, valutate da una giuria di esperti sulla base di criteri come la fattibilità e il livello di innovazione. Le idee più mature sono state poi selezionate per implementarle, come sperimentazioni nel machine learning per l’analisi testuale, o una piattaforma avanzata per il monitoraggio delle normative in ambito compliance, legale e antiriciclaggio.
In parallelo sono state lanciate delle community tematiche, veri e propri centri di competenza incentrati su Quantum Computing, Intelligenza Artificiale e Smart Automation, per analizzare l’impatto che queste tematiche hanno sul business. Tra le iniziative, il primo Artificial Intelligence Day: una giornata per approfondire i cambiamenti legati all’IA e le sue applicazioni lungo la catena del valore dell’asset e wealth management, come la gestione del rischio di controparte sfruttando machine learning per analizzare vaste quantità di dati, l’uso di reti neurali per l’analisi degli investimenti in azioni e bond o modelli di machine learning per l’estrazione di informazioni.
«Le nuove generazioni sono orientate alla ricerca di soluzioni innovative e che permettano un certo livello di autonomia nella gestione dei risparmi. Dall’altro lato, tecnologie come intelligenza artificiale e machine learning offrono opportunità ai gestori di fondi e di mandati, che possono fare leva su nuovi supporti – come tecniche di Natural Language Processing per scandagliare informazioni fra documenti societari, o tecniche di Machine Learning per simulare strutture complesse di mercato su cui elaborare strategie di investimento –che contribuiscono aumentare i rendimenti. Ed i clienti, oggi, si aspettano anche questa nuova fonte di profitti, che chiamerei “digital alfa”» conclude Di Giammatteo.